La crisi svuota frigoriferi e dispense: tra il 2007 e il 2012 la spesa alimentare e’ diminuita di 20 miliardi (-10%). Nel solo 2012 i consumi alimentari sono risultati in flessione del 3% per un valore di 6,8 miliardi di euro, ‘pari a 10 volte il mercato di computer, smartphone e tablet, 10 volte gli incassi dell’industria cinematografica, 2 volte il business del calcio, il doppio di quello del libro’. E’ quanto rileva Federalimentare presentando bilancio 2012 e prospettive 2013 dell’industria alimentare. Il tracollo della spesa riguarda un po’ tutti i prodotti e i punti vendita, non si salva neanche la grande distribuzione dove peraltro nel 2012 il vino segna il suo primo calo vendita (-3,6%) da dieci anni, secondo una ricerca di SymphonyIri per Vinitaly.
In un contesto piuttosto critico per l’industria alimentare, l”unica luce’, come evidenzia il presidente dell’associazione confindustriale, Filippo Ferrua Magliani, e’ l’export che nel 2012 ha raggiunto i 24,8 miliardi di euro, +8% sul 2011 e un’incidenza del 19% sul fatturato totale, attestatosi l’anno scorso a 130 miliardi, con una crescita del 2,3% attribuibile solo all’effetto prezzi. Infatti la produzione risulta in calo dell’1,4% sul 2011. Per il 2013 le previsioni sono ancore ottimiste sul fronte dell’export (+10%) ma cupe sui consumi, ‘soprattutto – osserva Ferrua Magliani – se non verra’ scongiurata la tegola del rialzo dell’Iva dal 21 al 22%. Un punto in piu’ di Iva sull’acquisto di un’auto incide poco, mentre lo strapaghi ogni giorno sui generi alimentari’.
Per Federalimentare, bisogna quindi coltivare al massimo la risorsa export, soprattutto verso i nuovi mercati come Paesi Arabi ed Estremo Oriente dove si registrano crescite a due cifre, e per questo la stessa associazione confindustriale, assieme alla partner Fiere di Parma, si e’ alleata alla Fiera di Colona per favorire la partecipazione delle imprese alimentari italiane, spesso piccole se non piccolissime, alle maggiori fiere internazionali. ‘Lo stile alimentare italiano si sta imponendo sui mercati esteri – commenta il direttore generale di Federalimentare Daniele Rossi – Dal vino, leader delle esportazioni, alle conserve vegetali come passate e succhi di frutta che sono balzate al secondo posto nelle consegne internazionali, ai dolci su cui anche paesi dove ancora pesano barriere sanitarie verso taluni prodotti non sanno invece resistere". A premiare l’industria alimentare italiana nel mondo – osserva Federalimentare- anche l’attenzione alla qualità e sicurezza degli alimenti, per la quale vengono investiti annualmente 2 miliardi di euro. Del resto, come sottolinea Coldiretti in base al rapporto dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare -Efsa, l’Italia conquista il primato in Europa e nel mondo della sicurezza alimentare con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite (0,3%), che sono risultati peraltro inferiori di cinque volte a quelli della media europea e di 26 volte a quelli extracomunitari.
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