Il sogno dell’India di una crescita dell’8 o 9% in grado di colmare il divario con il dragone cinese si e’ infranto oggi con la realta’ di una brusca frenata del Pil che nel primo trimestre dell’anno e’ salito ‘solo’ del 5,3%, il livello piu’ basso degli ultimi dieci anni. Il dato, inferiore alle previsioni, ha fatto scattare un campanello di allarme nei centri del potere a New Delhi in una giornata di paralisi dei trasporti e commercio per una protesta nazionale contro il caro benzina. Il governo, guidato dal 79enne premier Manmohan Singh, l’economista dal turbante azzurro che 20 anni fa fu l’artefice del risveglio dell’elefante indiano, e’ sempre piu’ sotto il fuoco dell’opposizione e degli stessi alleati per la debacle economica, il carovita che pesa sulle fasce deboli, i ritardi nelle riforme e dello sviluppo infrastrutturale del Paese e l’alto tasso di corruzione. Secondo i dati pubblicati oggi, nell’anno fiscale terminato a fine marzo, il Pil e’ cresciuto del 6,5%, una brusca frenata rispetto all’annata 2010-2011 quando aveva messo a segno l’8,4%.
A pesare sulla crescita nel primo trimestre 2012 e’ stata la produzione manifatturiera che si e’ ridotta dello 0,3% a causa della contrazione della domanda interna e delle esportazioni.
Il ministro delle Finanze, Pranab Mukherjee, uno dei collaboratori piu’ fidati di Sonia Gandhi, continua tuttavia a essere ottimista sul successo dell’economia indiana. ‘La maggior parte dei fattori che hanno causato il rallentamento, come la stretta monetaria e il sentiment negativo che ha colpito gli investimenti privati, hanno toccato il fondo’. Il vicepresidente della Commissione del Piano Montek Singh Ahluwalia ha pero’ ammesso che ‘il rallentamento e’ stato piu’ grave del previsto’.
Tra gli elementi negativi c’e’ anche il deprezzamento della rupia, che si trova ai minimi storici nei confronti del dollaro, e che rende la bolletta energetica piu’ cara. La scorsa settimana le compagnie petrolifere hanno aumentato dell’11% il prezzo del carburante (che due anni fa e’ stato deregolamentato).
Il maxi rincaro ha provocato un coro di proteste da parte dei partiti dell’opposizione che oggi sono scesi in strada con un blocco nazionale dei trasporti e una serrata dei commercianti nelle maggio parte delle citta’ indiane. Nello stato del Mahasrashtra le dimostrazioni sono sfociate in violenze e atti vandalici.
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