L’area euro ha punti di forza economici e finanziari, sostiene Moody’s, ma la debolezza delle istituzioni continua ad essere un freno per la risoluzione della crisi e pesa fortemente sui rating. Gli economisti hanno ribadito che servono misure di breve termine per stabilizzare il mercato del credito. E già da venerdì Mario Monti, lasciato sulla scrivania il pesante dossier dei sottosegretari, ha comiciato con lena a lavorare sull’immenso incartamento delle misure anti-crisi e si è diretto al ministero che guida ad interim, quello dell’ Economia, per un fine settimana di intenso lavoro su cifre e tabelle.
Il Financial Times, sempre venerdì, ha parlato di “nebbia” che avvolge ancora le misure italiane per arginare la crisi ed è per questo che il nuovo premier si affretta per diradarla offrendo, già dalle prossime ore, qualche indicazione sulle cose che intende fare. In questi giorni c’è chi ha parlato di una manovra di 15-25 miliardi, tra Ici, riforma delle pensioni e altre misure ma, in ambienti ministeriali, ci si è affrettati a dire che fare cifre “sarebbe prematuro”. Le stesse fonti fanno notare infatti che «non siamo di fronte a una manovra classica ma a un insieme di provvedimenti». Intanto sul pareggio di bilancio, da introdurre in Costituzione, l’aula della Camera si riunirà martedì alle 16. Esaurita la discussione generale si passa al voto che potrebbe concludersi nella mattinata di mercoledì. È presumibile che il presidente del Consiglio non possa essere presente a Montecitorio, visti gli impegni internazionali. E in questo ultimo week-end “fino all’ultimo respiro”, anche Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Affari Europei, è stato visto lavorare senza sosta fra il ministero e Palazzo Chigi.
Sabato il presidente francese Nicolas Sarkozy è tornato a parlare dell’Italia, dicendo che se “c’è un problema in Italia è il cuore della zona euro che è minacciato”, ma assicurando, anche, che il suo impegno e quello di Angela Merkel “per sostenere l’Italia è molto forte”. Il piano segreto di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy per salvare l’euro, rivelato nei giorni scorsi dalla Bild, prevede anche un deciso impegno della Bce ad acquistate titoli di Stato di Paesi in difficoltà e, secondo l’edizione domenicale del ‘Welt am Sonntag’, grazie a questo intervento l’Eurotower riuscirebbe a tenere più bassi gli interessi sui titoli dei Paesi in difficoltà.
Intanto una mano concreta a Monti potrebbe arrivare dal Fondo monetario internazionale, che preparerebbe un piano da 600 miliardi di euro che darebbe al governo italiano 12-18 mesi di tempo per varare le riforme. Napolitano, in un comunicato, scrive che “daremo prova al’Ocse di saper superare anche questa crisi”. Ma, come scrive Francesco Bei su Repubblica, l’Italia si trova oggi in una situazione simile a quella vissuta nel settembre del 1996, quando Romano Prodi andò a Valencia per cercare di convincere Aznar (ma la ricostruzione è sempre stata negata da Prodi) a fare fronte comune per ammorbidire i parametri di Maastricht necessari ad entrare nell’euro. Aznar, come non sembra fare oggi la Merkel, ci chiuse la porta in faccia. E l’Italia, con Ciampi ministro del Tesoro, fu costretta a raddoppiare la Finanziaria per centrare l’obiettivo: da 32.500 a 62.500 miliardi di lire. È lo spettro che agita Monti. Quello di dover somministrare al cavallo una cura troppo pesante, che potrebbe aggravare ulteriormente la situazione e spingere il paese verso la recessione. (CDS)
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