Tempi difficili a causa della pandemia, che continua a tenere in ginocchio il mondo intero. Mezza Europa è in lockdown duro. In Italia le restrizioni imposte – a ragione – dal governo, ci hanno costretto a trascorrere chiusi in casa, o quasi, le festività natalizie. Centinaia i morti ogni giorno, migliaia di contagi. Rimandata la riapertura delle scuole, inizio difficile per la vaccinazione. Con questo panorama davanti agli occhi, che fa Matteo Renzi? Si prepara a scatenare una crisi di governo. Solo un folle avrebbe potuto pensarlo. Quel folle, oggi, è il senatore toscano.
La nota che ha pubblicato su Facebook il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è da applauso. Lui, dall’alto del suo ruolo istituzionale, non si sporca con il fango in cui è abituato a nuotare uno come Renzi, che oggi appare come l’esponente di punta della partitocrazia romana. Ovvero di quella politica romana fatta nei Palazzi del potere, distante anni luce dai cittadini, dai loro interessi, dalle loro necessità.
Renzi, che mangia pane e politica fin da ragazzo, deve aver perso la testa. Un po’ come Salvini, stordito dal mojito, davanti alla cubista mezza nuda del Papeete. Certi giochi romani si spiegano soltanto in un modo: sete di potere. Ma la sete di potere offusca la mente e la rende debole, le fa perdere quella lucidità necessaria a compiere scelte coraggiose e di buon senso, sempre e comunque nell’interesse del Paese. In questo momento, invece, Renzi sta perseguendo un unico interesse: il suo.
Ai nostri occhi Conte appare un gigante tra i nani. Nanerottoli che tra Camera e Senato si sentono grandi e importanti. Con i loro stipendi di lusso e le telecamere puntate addosso. Non capiscono, tapini, che nel mondo reale vengono considerati spesso mezze calzette, quando va bene; degli imbroglioni e dei mangiapane a tradimento, quando va male. Persone che pensano solo a riempire la loro pancia. Oppure lo sanno, ma se ne fregano altamente. L’importante, per loro, è soltanto soddisfare la propria fame. Anche questa è la strafottenza del potere.
E’ proprio quello che sta accadendo al leader di Italia Viva. Ha ancora fame, tanta. La sua smisurata ambizione personale gli impedisce di guardare oltre. Oltre il suo partitino del 2%, oltre le poltrone di velluto rosso di palazzo Madama, oltre il suo personale destino. Basterebbe che per un momento desse un’occhiata a ciò che succede fuori in questo periodo: vedrebbe scene di guerra, tra negozi chiusi, imprese fallite, piazze e strade vuote. Un tessuto sociale ed economico da ricostruire. Ma a lui tutto questo non interessa nulla. Parla di servizi segreti, persino, e ne fa uno dei punti principali della sua critica a Conte. Andasse a chiedere agli italiani quanto se ne fottono della delega ai servizi, in un momento in cui per tanti di loro è persino difficile portare il pane a casa.
Non sappiamo come andrà a finire. Davvero le ministre di Italia Viva, di cui neppure ricordiamo il nome, si preparano a lasciare il governo? Davvero l’Italia precipiterà in una crisi al buio? Si andrà a un Conte ter o a elezioni anticipate? Un’eventualità, quest’ultima, non più così lontana. Sia quel che sia, di certo a noi comuni mortali, che osserviamo ciò che accade dal buco della nostra televisione o del nostro pc, tutto questo gran chiacchiericcio di potere e poltrone non lascia altro che un grande amaro in bocca. Verrebbe da mandarli tutti al diavolo, questi politici. Si votassero da soli, al prossimo giro.
Nemmeno a dire che c’è differenza tra destra e sinistra, perché in questo pari sono. Salvini in pieno agosto ha scatenato una crisi perché assetato di potere, Renzi per lo stesso motivo l’ha fatto sotto Natale, per giunta mentre viviamo tutti un’emergenza sanitaria mai vista prima.
Non sappiamo se sia troppo tardi per ricucire. Di sicuro il leader di Italia Viva non potrà dire “ragazzi, abbiamo scherzato”. Qualcosa dovrà succedere. Non sappiamo cosa. Ma tranquilli. Non lo sanno nemmeno nei Palazzi romani. E, ad oggi, non lo sa neppure Renzi.