Una legislatura, quella attuale, che continua a vivere sulle montagne russe. L’Italia è ripiombata nell’ennesima crisi al buio. Le forze politiche sono in subbuglio. Che succederà? Davvero si andrà al voto anticipato o il presidente della Repubblica Sergio Mattarella tirerà fuori dal cilindro del Quirinale un nuovo governo, che a questo punto sarebbe il quarto in quattro anni?
Per saperlo toccherà attendere il giorno del giudizio, ovvero mercoledì, quando il premier dimissionario Mario Draghi tornerà in Parlamento per fare il suo discorso ed esprimere le motivazioni che l’hanno spinto a rassegnare le dimissioni nelle mani del capo dello Stato – che però le ha respinte e ha deciso appunto di parlamentarizzare la crisi.
Italia col fiato sospeso, dunque, ancora per qualche giorno. In tutto questo caos, come viene visto il nostro Paese dai milioni di italiani che vivono oltre confine? ItaliachiamaItalia l’ha chiesto a Ricardo Merlo, senatore e presidente del MAIE, il Movimento Associativo Italiani all’Estero, ed ex Sottosegretario alla Farnesina.
Sen. Merlo, qui crolla tutto un’altra volta. Tira forte l’aria di elezioni anticipate…
Penso sarebbe la cosa migliore da fare.
Che intende? Si spieghi meglio.
Voglio dire che questa legislatura è nata complicata, senza una maggioranza chiara nè coerente, e sta finendo allo stesso modo: senza una reale maggioranza in grado di governare il Paese. I partiti romani sono stati capaci di bruciare, in poco più di un anno, una persona come Mario Draghi, molto rispettata a livello internazionale. Non invidio il presidente Mattarella, che negli ultimi anni è stato costretto ad affrontare più crisi di governo.
E quindi?
Quindi, a nostro modo di vedere, l’unica via d’uscita a questa crisi, che a differenza delle altre avviene nell’ultima parte di legislatura, è quella di ridare finalmente la parola agli italiani, che sono ormai stanchi di manovre di Palazzo e di premier calati dall’alto. Vogliono un governo solido, che decida e che faccia le riforme che da anni attende il Paese. Mentre i partiti romani litigano tra loro, gli italiani devono fare i conti con il carovita, tra bollette di luce e gas che aumentano a dismisura, il prezzo della benzina che cresce e il carrello della spesa divenuto sempre più caro.
E gli italiani all’estero?
I nostri fratelli italiani nel mondo sono stati completamente ignorati dal governo Draghi, che li ha totalmente esclusi dalla propria agenda politica. Lo vediamo anche in questi giorni, con le riaperture di alcune sedi consolari che però erano state decise negli scorsi anni, non certo da questo esecutivo. E lo vediamo con il comatoso stato dei servizi consolari: un italiano nel mondo per rinnovare il passaporto deve attendere mesi; questo, quando riesce a prendere un appuntamento in Consolato, il più delle volte qualcosa di impossibile. Per non parlare della gravissima situazione che vivono i nostri connazionali in Venezuela, a causa di un governo italiano totalmente insensibile alle loro richieste. Penso soprattutto ai più deboli e bisognosi, a coloro che non hanno soldi per le medicine o che non possono permettersi nemmeno i generi alimentari di prima necessità, come il pane, la pasta, il latte. Sono abbandonati a se stessi, Roma non invia i fondi per l’assistenza e così tanti di loro, purtroppo, muoiono di fame o per mancanza di medicine.
Non è finita qui. Oggi il diritto alla cittadinanza è solo teorico. Fare la cittadinanza all’estero è diventata una missione impossibile, malgrado l’impegno dei nostri diplomatici e dei lavoratori nei Consolati che fanno di tutto per offrire un miglior servizio; ma con un governo che non dà gli strumenti necessari questo diventa molto difficile. Potrei continuare…
È stato chiaro. Ma davvero il voto anticipato sarebbe la soluzione migliore? Con la guerra in Ucraina ancora in corso, il virus che non smette di mordere e anzi torna a mostrare tutta la sua pericolosità, con il numero dei contagi che torna a salire e, come diceva lei, con gli italiani alle prese con il carovita… Sarebbe opportuno, in questo periodo storico così difficile e delicato, andare alle urne?
Condivido le osservazioni contenute nella sua domanda. E certo, non è il migliore dei momenti possibili. Ma, onestamente, non vedo grandi alternative. Qualunque governo dovesse nascere, sarebbe comunque un esecutivo a tempo, con l’unico vero compito di traghettare il Paese verso le elezioni. Abbiamo visto quanto sia difficile governare con una maggioranza parlamentare che contiene tutto e il contrario di tutto. Come possono lavorare per ottenere risultati concreti a favore dell’Italia e degli italiani forze politiche così ideologicamente divise, con programmi così diversi? Gli italiani non hanno bisogno di un governo balneare, né di un esecutivo messo in piedi così, tanto per continuare a galleggiare ancora per qualche mese. C’è bisogno di un governo forte e di un Parlamento che abbia una maggioranza coesa, in grado di fare delle scelte e di portare avanti una linea politica netta, qualunque essa sia.
Il MAIE è pronto alle elezioni?
Siamo prontissimi. Non da oggi. Noi viviamo la politica tutti i giorni sul territorio e sui social network, dove ci seguono decine di migliaia di italiani all’estero. Le urne anticipate diventano sempre, per noi, un vantaggio politico. Anzi, lo ribadisco, le auspichiamo: con la situazione che si è creata dopo le dimissioni di Draghi, secondo noi prima si va al voto meglio è. Soprattutto, credo che sia la cosa migliore per l’Italia e per gli italiani all’estero. Oltreconfine i partiti romani sono totalmente disorganizzati. Alcuni di loro esistono solo sulla carta. La verità è che tra la gente, sul territorio, tra le nostre comunità, sono completamente assenti. Nelle Americhe, per esempio, come MAIE stiamo lavorando da anni e ci rendiamo conto sempre di più di quanto sia grande il vuoto lasciato dalle forze politiche romanocentriche.
Se Draghi mercoledì dovesse fare il suo intervento in Parlamento e poi, anziché attendere il voto di fiducia, risalire al Colle per dimettersi e confermare così il suo “non ci sto”, quando si dovrebbe andare a votare?
Subito dopo l’estate. Fine settembre, inizio ottobre. Per avere il tempo di formare il nuovo governo e programmare la Legge di bilancio. Basta perdere tempo prezioso, gli italiani – quelli residenti in Italia e quelli che vivono all’estero – hanno bisogno di risposte e solo un governo legittimato dai cittadini e dal voto avrà l’opportunità di dargliele.