Automobili, divani, tavoli e in genere articoli di arredamento, ma anche frigoriferi e lavatrici: in un anno gli italiani hanno diminuito di oltre il 10% l’acquisto di quei beni che durano nel tempo. Ma il calo delle uscite nei bilanci familiari ha riguardato tutte le voci e quindi meno spese anche per l’abbigliamento, le scarpe, i libri, per fare alcuni esempi. Nel periodo aprile-giugno di quest’anno si e’ risparmiato anche sul carrello della spesa, sui detergenti e perfino sui medicinali: l’acquisto di beni non durevoli e’ infatti diminuito del 3,5%, una percentuale ragguardevole se si considera che nei beni non durevoli figurano anche spese di prima necessita’.
Limati dell’1,1% infine anche i servizi. Il che vuol dire che qualche famiglia ha dovuto scegliere tra la tessera dell’autobus e la visita medica, tra la riparazione del rubinetto e il corso di formazione per i figli.
E’ questo piu’ o meno il quadro che esce dai dati diffusi oggi dall’Istat sul Pil nel secondo trimestre dell’anno che confermano la recessione causata in gran parte proprio dal calo della domanda interna.
Gli italiani sono attenti dunque ad ogni uscita che riguarda il loro portafoglio e di recente la Confcommercio ha calcolato che nel 2012 i consumi scenderanno del 2,8%, la caduta piu’ forte dal dopoguerra. Occorre tornare indietro al 1930 per trovare un dato peggiore.
Gli ultimi dati sul commercio al dettaglio, diffusi dall’Istat a fine agosto, avevano fatto emergere un calo su base annua di mezzo punto percentuale. Il terzo consecutivo. E in tutto questo, oltre alle famiglie, entrano sempre piu’ in sofferenza i piccoli negozi a vantaggio dei discount che guadagnano intercettando la domanda di chi vuole risparmiare.
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