Un discorso tecnico, riformista e dai contenuti spesso politici. E’ quello del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, al mercato. Il secondo dalla sua nomina a sceriffo di Piazza Affari e il primo alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In platea ad ascoltarlo ci sono il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e i capi azienda dei maggiori gruppi italiani.
Il discorso nell’ex Sala delle grida ha registrato il picco massimo dell’attenzione dei presenti quando si e’ parlato della tensione in atto sul mercato dei titoli di Stato. In Europa, ha detto, ‘cresce l’insofferenza nei confronti della dittatura dello spread, vista come ostacolo alle aspirazioni dei popoli’.
Citando il filosofo Epitteto, secondo il quale ‘quel che turba gli uomini non sono le cose, bensi’ i giudizi che essi formulano intorno alle cose’, il numero uno della Commissione ha sottolineato che ‘le nostre paure sono sintetizzate’ da questo numero e affidarsi allo spread ‘significa abdicare ai nostri doveri’ e ‘vanificare il principio del suffragio universale’.
E l’altra faccia dello spread sono i mercati azionari, cartina tornasole dell’andamento del differenziale tra bond governativi. Anche alla luce del recente buco da 2 miliardi di dollari provocato da JpMorgan, Vegas ha lanciato un monito contro la finanza innovativa fatta da derivati (come Cds ed Etf) e piattaforme di trading ad altissima velocita’. Questi strumenti, secondo il numero uno della Consob, possono essere positivi ‘ma legislatori e autorita’ hanno il dovere di evitare che si trasformino in un meccanismo che brucia i risparmi delle famiglie’. ‘I processi di innovazione finanziaria pur ampliando le possibilita’ di investimento e diversificazione di portafoglio per i risparmiatori, fanno emergere nuove fonti di rischio, non sempre governabili dalle autorita” competenti.
A tal proposito, parlando dell’attivita’ di vigilanza, Vegas, visti anche i casi piu’ caldi del momento come il riassetto Ligresti e lo scandalo Monte dei Paschi di Siena, il presidente ha spiegato che il faro deve essere puntato ‘verso i comportamenti maggiormente dannosi per l’intregrita’ dei mercati’. Bisogna ‘concentrare l’azione repressiva’ sulle condotte illecite ‘piu’ rilevanti’ e ‘riconsiderare l’entita’ per le condotte illecite di minore gravita”.
Ma per fare tutto questo serve prima una riforma profonda ‘del Testo unico della finanza e del codice civile per aggiornare, semplificare e razionalizzare l’intera materia del diritto delle societa’ quotate’. Per questa ragione Vegas ha auspicato che venga istituita ‘una commissione con il compito di operare una revisione sistemica’.
Infine, parlando della Borsa, ha ribadito la necessita’ che sempre piu’ imprese si muovano ‘verso il mercato’. In primis ‘quelle pubbliche’ del calibro di Poste italiane e delle Ferrovie dello Stato, piu’ volte in procinto per lo sbarco in Borsa. ‘La questione principale e’ quella di avvicinare le imprese di medie dimensioni’ ma anche quelle a partecipazione statale che seguono ‘logiche di profitto’. La principale ‘debolezza della nostra piazza finanziaria – ha detto – e’ costituita dal modesto sviluppo del mercato domestico dei capitali’. A fine marzo, ha ricordato, ‘le societa’ con capitalizzazione inferiore a 50 milioni di euro rappresentavano solo il 29% delle quotate in Italia, a fronte del 68% in Germania e del 53% in Francia e Regno Unito’.
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