Tragedia nel Trevigiano. Ad Altivole, si è suicidato Paolo Tonin, imprenditore agricolo di 53 anni: l’uomo si è impiccato nel capannone della sua azienda. E’ stato il figlio a scoprire il corpo senza vita.
Molto probabilmente si è trattato ancora una volta di un suicidio collegato alla crisi economica degli ultimi mesi: non è il primo imprenditore, infatti, che sceglie di togliersi la vita perchè oppresso dalle difficoltà economiche di questo periodo.
Il signor Tonin, inoltre, aveva avuto dei grossi problemi con il suo raccolto di asparagi, a causa della siccità delle ultime settimane. Negli ultimi tempi si lamentava con i conoscenti della sua difficile situazione economica e aveva anche chiesto aiuto al sindaco del paese.
L’imprenditore ha lasciato la moglie e quattro figli, la maggiorenne emigrata in Germania, la piu’ piccola di 12 anni.
Crescono così i suicidi di imprenditori strozzati dalla crisi, che non ce la fanno più ad andare avanti e scelgono di farla finita in modo drastico. Solo lo scorso 5 aprile, per gli stessi motivi, si è impiccato – , all’interno di una abitazione che stava ristrutturando – un artigiano edile cinquantatreenne, nel centro di Savona. Ma la crisi non colpisce naturalmente solo imprenditori e artigiani: il nove aprile scorso, una donna di 32 anni ha tentato il suicidio perché, disoccupata, non riusciva a trovare un lavoro in provincia di Asti.
CNA, PRESI PER VACCHE DA MUNGERE Alessandro Conte, presidente provinciale della Cna di Treviso, esprime “profondo dolore e grande sgomento” per il suicidio dell’imprenditore Paolo Tonin. Conte conosceva di persona l’agricoltore, dal quale si era recato sabato scorso: “Questa crisi ci sta colpendo duramente tutti nell’indifferenza e nel disinteresse di chi può e deve fare qualcosa – dice il presidente della Cna -. C’e’ tanta attenzione mediatica nei confronti degli imprenditori suicidi, ma nessuna risposta concreta ed efficace da parte degli interlocutori istituzionali ed economici, pur costantemente sollecitati dalle associazioni imprenditoriali”. La verità, commenta Conte, è che “continuano a prenderci per vacche da mungere, mentre il Governo non riesce a mettere in campo politiche per la crescita, non taglia in modo drastico la spesa pubblica e in particolare i costi della politica per liberare risorse per l’economia, e mentre i partiti continuano a ‘mangiare’ sulle nostre spalle”.
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