Nella ripartizione estera Europa, in vista delle Politiche di settembre, il Partito Democratico candida Andrea Crisanti, virologo diventato famoso – insieme ad altri suoi colleghi – durante la pandemia.
“La scelta di presenzialisti televisivi – commenta Paolo Borchia, europarlamentare Lega e coordinatore federale Lega nel Mondo – rappresenta una mancanza di rispetto per i nostri connazionali che vivono all’estero e va a minare la credibilità del nostro sistema di rappresentanza. Altra pessima figura del Pd”.
“La Lega e il centrodestra propongono un programma concreto e candidati che vivono all’estero e che conoscono a fondo le problematiche delle nostre comunità. Modernizzazione e adeguamento del sistema consolare e istituzione del Ministero per gli Italiani all’estero saranno i capisaldi con i quali la Lega lavorerà per migliorare la quotidianità dei nostri connazionali. L’italianità all’estero ha bisogno di soluzioni e di rappresentanti competenti, non di pseudo star o paracadutati”, conclude il leghista.
Crisanti: non sfrutto Covid, rispondo solo alla mia coscienza
“A chi mi accusa di aver sfruttato il Covid per fare campagna politica, rispondo che non ho sfruttato assolutamente niente. Se qualcuno ha seguito la mia posizione durante il Covid ha visto che non ho fatto sconti a nessuno, nè a destra nè a sinistra. Io rispondo solo alla mia integrità morale”: il microbiologo Andrea Crisanti, candidato capolista dal Partito Democratico nella circoscrizione Europa, ribatte a chi lo critica di aver utilizzato l’epidemia per entrare in politica. “Sono onorato di questa candidatura – afferma ad Askanews – mi riconosco nel Pd sia nei valori che nell’impegno sociale. La mia posizione si riconnette anche alla mia storia familiare, mio zio era emigrato all’estero, personalmente ho trascorso 30 anni all’estero. I giovani che sono in Italia hanno costruito una rete di interazione che è e sarà preziosa per il bene collettivo. A queste persone mi rivolgo e mi spenderò per loro”.