Stefania Craxi, Senatrice di Forza Italia, sulla questione venezuelana, parlando a Radi Cusano Campus ha detto: “Il governo Maduro, in continuità con il governo chavista, ha ridotto uno dei Paesi più ricchi del Sud America alla povertà. E’ vero che Guaidò si è autoproclamato presidente, ma è altrettanto vero che è il presidente di un parlamento democraticamente eletto e poi esautorato da Maduro. Io naturalmente sono dell’idea che nessuna potenza straniera debba decidere un presidente, ma bisogna favorire una transizione democratica che porti a libere elezioni. Il nostro governo sta portando l’Italia fuori dal binario delle grandi nazioni democratiche che si sono sempre battute per la libertà”.
Sul caso Salvini-Diciotti. “La natura del caso è del tutto politica e per nulla afferente all’attività delle Procure. Il tribunale dei ministri e il Senato sono chiamati a votare per stabilire se il ministro Salvini ha agito nell’interesse dello Stato o meno, quindi in questa vicenda non c’entra neanche il garantismo, semmai c’è un giustizialismo fuori luogo. Se i grillini votassero sì all’autorizzazione a procedere direbbero implicitamente che sono al governo con un ministro che non fa gli interessi del Paese. Questa è una posizione schizofrenica. Detto questo, penso che sia un problema non di oggi ma che risale agli anni ’90 lo sconfinamento della magistratura in campi che non le appartengono. Ricordo anche che quando sconfinava ai tempi di Mani Pulite il ministro Salvini applaudiva, quindi forse un bagno di realtà fa bene anche a lui”.
Sulle polemiche legate alla striscia serale in Rai che potrebbe essere affidata alla giornalista Maria Giovanna Maglie, accusata da alcuni di essere stata raccomandata da Craxi. “Si può essere d’accordo o non d’accordo con le sue posizioni, ma Maria Giovanna Maglie è una grande giornalista. Poi mi chiedo perché le accuse di essere lottizzati, raccomandati vale per alcuni e per altri no? Perché essere stati raccomandati da Craxi per Maria Giovanna Maglie è un’accusa e per Enrico Mentana no? E’ vero che una volta i partiti sceglievano gente vicina al loro pensiero, però sceglievano i migliori, non i peggiori”.