Francesco Vaia, Direttore Sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto dal fondatore dell’Unicusano Stefano Bandecchi su Cusano Italia Tv (canale 264 dtt).
Sul vaccino Reithera. “E’ da poco iniziata la fase 2, poi ci sarà la fase 3 – ha affermato Vaia -. Nella fase 1 questo vaccino non ha dato nessun effetto collaterale serio, nessuna reazione avversa. E soprattutto è stato immunogenico, ovvero l’organismo in cui è stato inoculato il vaccino ha prodotto sia anticorpi che linfociti t. E non ci sarebbe bisogno della seconda dose, ma questo dovrà essere confermato in fase due e fase tre. Immaginiamo che il governo, come già annunciato, calerà una fiche sul nostro vaccino che, con una produzione di 100 milioni di dosi, renderà l’Italia autosufficiente. Siamo a buon punto, è probabile che sarà pronto a giugno-luglio, se si verificheranno due condizioni: la prima è che lo Stato italiano ci dia il suo sostegno in termini di finanziamento e questo lo do per scontato, la seconda condizione è che anche gli Stati latino-americani ci diano la possibilità di sperimentare fase 2 e fase 3”.
Sullo scetticismo nei confronti del vaccino. “A parte i no-vax, cioè le persone che per partito preso non sono d’accordo, io credo che vadano date giuste motivazioni a coloro che in buona fede fanno delle osservazioni. Qualcuno si può chiedere, se ci sono voluti 5-10 anni per fare alcuni vaccini, come mai in appena un anno voi dite che questo vaccino è sicuro? Non si è saltata alcuna fase riguardo alla sicurezza e all’efficacia. E’ stato possibile accelerare così tanto i tempi perché sono state messe in campo ingenti risorse economiche e umane. Se ci voleva un anno per somministrare a 500 persone una dose di candidato vaccino, qui si sono somministrate a migliaia di persone, perché si è creata nel mondo una pressione forte, un’attesa spasmodica rispetto all’esigenza vaccino. La scienza ha determinato una certezza e noi dobbiamo credere alla scienza. Questi vaccini sono sicuri ed efficaci”.
Sulla durata dell’immunità. “Siamo nel campo di una sperimentazione continua di un vaccino che combatte un virus che era sconosciuto, un nemico nuovo. Nel corso dell’esperienza di questi decenni abbiamo visto che questi coronavirus si comportano in un certo modo, è probabile che ci sarà un’immunità di 9-12 mesi, ma non è certo. Mi auguro che tutti i cittadini italiani si sottoporranno alla vaccinazione in modo che si sviluppi l’immunità di gregge. In ogni caso, non c’è nessun problema se ogni anno dovremo vaccinarci per il covid come facciamo per l’influenza, non sarebbe un problema”.
Sulle varianti del virus. “Durante questa estate in Italia ha circolato molto la variante iberica, che non ha dato nessun aumento della patogenità. Ad oggi vediamo un’alterazione morfologica non sostanziale della proteina spike. In ogni caso sembra che i vaccini coprano tutte le varianti finora conosciuta”.
Sulle terapie. “Noi in Italia siamo molto avanti rispetto agli anticorpi monoclonali, siamo in una fase sperimentale, adesso però Aifa sta per esprimersi. Appena Aifa si esprimerà noi utilizzeremo questi anticorpi monoclonali”.