Che i vaccini contro il Covid servano è vero, ma è altrettanto vero il fatto che vi siano delle ombre. Per esempio, la protezione data dagli attuali sieri è troppo limitata nel tempo. Vi è anche la questione delle reazioni avverse. Purtroppo, se ne parla ancora troppo poco.
La Fondazione David Hume del sociologo Luca Ricolfi affronta il tema. Vi è un articolo del fisico e science writer Mario Minchella che ne parla e che può essere letto sul sito della medesima fondazione.
Stando all’articolo, le segnalazioni sono sottostimate perché, probabilmente, “il più grande limite dei database degli effetti avversi è che sono passivi o spontanei, il che significa che si basano sulla volontà delle persone e dei professionisti medici di inviare segnalazioni “spontaneamente”. Quindi i tassi di segnalazione sono bassi e incoerenti. Un’altra limitazione è che i rapporti non possono essere utilizzati in modo affidabile per mostrare una connessione causale tra un vaccino o un farmaco e un evento avverso”.
Ora, denunciare il fatto che i vaccini possano indurre reazioni avverse non significa essere No Vax o persone contrarie a ciò che è scientifico. Anzi, può essere uno stimolo in più per migliorare i vaccini esistenti e per renderli più sicuri.
I vaccini sono un’arma efficace per combattere una malattia, ma debbono avere il minor rischio possibile di effetti collaterali che possono essere anche gravi. Basti ricordare il caso di Camilla Canepa, la ragazza di Sestri Levante che è deceduta dopo avere preso il vaccino AstraZeneca. Per i periti dei PM la morte è stata correlata al vaccino.
Perché non si può parlare del fatto che il vaccino possa dare luogo a reazioni avverse? Una visione scientifica ammette anche il dubbio ed il dubbio serve a fare ricerche migliori; facendole, si migliora i risultati a cui esse portano. La scienza si basa solo sul risultato. Il fideismo non ha nulla di scientifico.