Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, è intervenuto su Radio Cusano Campus e riguardo alle nuove regole sulla quarantena ha spiegato: “Più i giorni passano più si conosce questa nuova variante. Ci troviamo con una variante che sembrerebbe meno aggressiva, con un ciclo biologico più veloce, molto più diffusiva, probabilmente con un impatto minimo per i vaccinati. Questo consente di rimodulare l’isolamento e la quarantena e farlo in sicurezza. Dunque riduzione della quarantena per coloro che sono vaccinati. Questa è la prova provata che i vaccini hanno la loro efficacia: nel ridurre i sintomi più gravi e anche nel ridurre la possibilità di contagiarsi ed essere contagiati. Per questo si procede con una riduzione della quarantena e dell’isolamento nei confronti di una variante che sembrerebbe anche meno aggressiva, perché gran parte della popolazione è vaccinata e forse anche perché il virus mutando è diventato meno aggressiva. Questa variante Omicron è un verosimile indebolimento del virus, su una popolazione vaccinata bisogna sottolineare, ma probabilmente non sarà il virus definitivamente attenuato, probabilmente arriverà una variante ancora più leggera e questo diventerà il virus da cui dovremo proteggerci ad ogni inizio di stagione invernale come accade per l’influenza”.
Sulla definizione di contatto stretto. “Rimane la stessa di prima. I contatti stretti sono coloro che hanno dei rischi maggiori di essere infettati e quindi sono quelli per cui la precauzione deve essere massima”.
Sulle norme di precauzione. “Il concetto: sono vaccinato perciò sto a posto è sbagliato. Così come è sbagliato il concetto: ho fatto il tampone, sto a posto. Non vanno assolutamente perse le abitudini del distanziamento, del lavaggio delle mani, dell’utilizzo della mascherina al chiuso. Si vince questa battaglia contro il virus grazie ad una serie di cose che vanno fatte. E’ tutto questo insieme che determina la protezione del singolo e della comunità”.
Sul cambio di strategie. “Il virus cambia. Oggi abbiamo la omicron che un mese e mezzo fa non c’era, noi dobbiamo adattare ciò che facciamo all’evidenza di un virus che è mutevole. E’ chiaro dunque che noi cambiamo la nostra strategia. Noi agiamo nella cura attuando una strategia di reazione alla malattia. Stiamo modulando le armi a disposizione contro una determinata malattie che è mutevole. E’ facile dire col senno del poi che prima avevamo sbagliato, no attenzione, ora abbiamo un altro virus rispetto a quello di prima perché contagia 5 volte tanto e dobbiamo adattarci, come lui si adatta mutando noi ci adattiamo a lui facendo degli atti, compreso il green pass. Chi non ragiona guardando avanti, ma rimanendo fermo come se nulla cambiasse forse sbaglia. Non si può paragonare la situazione di oggi con quella di un anno fa senza analizzare le differenze, è una follia. Oltre che si fanno più tamponi bisogna capire che questa variante infetta molto di più rispetto a quelle precedenti, ecco perché ci sono molti più casi. Se andiamo a vedere però i numeri di posti letto occupati in terapie intensive e le differenza tra vaccinati e non vaccinati ci accorgiamo che ne stiamo uscendo, i numeri sono molto alti, ma niente panico, perché questi sono i colpi di coda di un virus che si sta indebolendo”.
Sull’obbligo vaccinale. “La popolazione si è vaccinata, al momento non credo serva parlare di obbligo, con un virus indebolito, con un green pass rafforzato, con terapie intensive che non salgono in maniera così netta come l’anno scorso. Mettendo l’obbligo non credo che raggiungeremmo una percentuale così ampia di nuovi vaccinati. Al momento il green pass rafforzato mi sembra la sintesi migliore per aumentare i vaccinati, per ridurre quarantene ed isolamento, poi mutueremo altre strategie a seconda del comportamento del virus, ma al momento non vedo un obbligo dietro l’angolo”.