“Gentile Ministro Speranza, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero segue con continuo interesse le vicende sanitarie, che da oltre un anno sono all’ordine del giorno delle decisioni del Governo italiano, il cui impatto si riflette direttamente anche sulla salute e sulla vita dei nostri connazionali all’estero e di coloro che sono rientrati temporaneamente in Italia”. Inizia così la lettera che il Segretario generale del CGIE, Michele Schiavone, ha inviato al ministro della Salute Roberto Speranza.
“A più riprese, nelle ultime settimane, il nostro Governo – prosegue Schiavone – è stato sollecitato da alcuni parlamentari eletti nella circoscrizione estero ad assumere dei provvedimenti legislativi per riconoscere il diritto alla vaccinazione da COVID-19 ai connazionali iscritti nei registri consolari AIRE rientrati temporaneamente in Italia e tra loro molti, bloccati da misure internazionali, svolgono attività professionali in smart working dall’Italia. Gli iscritti AIRE, temporaneamente in Italia, in ottemperanza dell’art. 32 Costituzione chiedono di essere iscritti sulle liste locali dei beneficiari della vaccinazione di prevenzione dal COVID-19, alla stregua dei residenti, perché sono potenzialmente esposti al contagio.
Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero è destinatario di numerosi appelli, che per ragioni ben comprensibili non le trasmettiamo, tuttavia è nostro dovere segnalarle l’urgenza e le manifeste richieste di assistenza.
In una delle ultime interrogazioni parlamentari, presentate la settimana scorsa alla Camera dei deputati al Sottosegretario di Stato Pierpaolo Sileri, abbiamo appreso che il Ministero della Salute sta valutando le procedure e gli strumenti per poter agevolare l’inoculazione del vaccino anche a questa categoria di cittadini. Vorremmo ricordarle, Ministro Speranza, che le persone che si trovano nello stato di bisogno e costrette a rispettare le vigenti limitazioni normative, benché forti di uno spirito ferreo di autodisciplina, sono ansiose e purtroppo soffrono come tutti per la lunga attesa.
Riferendoci ai diritti elementari, che sono alla base della convivenza statuale e in rappresentanza delle comunità italiane all’estero, le chiediamo di avviare un programma di aiuti sanitari mirati a favore dei connazionali AIRE – temporaneamente in Italia – inserendoli tra i destinatari di interventi sanitari quali quelli offerti dal nostro Paese ai cittadini residenti in Italia.
Ci teniamo a segnalarle che, a questa categoria di cittadini presenti sul suolo italiano, si aggiungono anche quelli della rappresentanza diplomatica, dei funzionari e dei professionisti dislocati all’estero, i quali non sempre possono far ricorso alle cure del sistema medico-sanitario locale.
La pandemia ha messo in ginocchio i sistemi sanitari e le economie mondiali soprattutto nelle aree più deboli del mondo; proprio in quelle comunità è facile riscontare la presenza di nostri connazionali impegnati in variegate attività. Dal Brasile, dal Venezuela e alcuni paesi dell’Africa, invece, ci giungono richieste di aiuto alla cooperazione.
La preghiamo, caro ministro Speranza, oltre al sentimento di pietas che potrebbe ispirare questo nostro scritto, di non lasciare nulla di intentato per accelerare i provvedimenti attuativi e inserire nel programma internazionale per la cooperazione allo sviluppo e per la prevenzione sanitaria da Covid-19 anche queste specifiche categorie di nostri connazionali”.
“Certi di un Suo gradito riscontro – conclude Schiavone -, voglia gradire, ministro Speranza, l’espressione dei nostri più vivi saluti e un augurio per le imminenti feste di Pasqua. Con profonda stima”.