La questione delle cure domiciliari contro il Covid non può essere elusa. Serve un protocollo nuovo che vada ben al di là della “Tachiprina e vigile attesa”. I farmaci appositi ci sono. Ci sono medici, come il primario di Oncoematologia dell’Ospedale di Piacenza, il dottor Luigi Cavanna, che hanno curato molti malati di Covid. Che sono guariti. Di conseguenza, è scientificamente dimostrato che il Covid possa essere curato a casa propria. Ovviamente, ciò può avvenire prima che il virus dia origine alla polmonite.
Per le terapie domiciliari serve un avvio precoce. Ergo, il virus non deve arrivare a causare una polmonite severa. I farmaci ci sono. Esempi di ciò sono i farmaci antinfiammatori non steroidei, come il Celecoxib. Perché mai non si dovrebbe ricorrere alle cure domiciliari? Non saranno alternative al vaccino, ma potranno essere utili.
Infatti, possono aiutare a tenere gli ospedali non congestionati (poiché i malati guariscono) e possono aiutare anche a fare in modo che ci sia una sperimentazione più lunga dei vaccini. Questi sieri vaccinali dovrebbero essere sperimentati più a lungo, vista la questione delle varianti. Il Covid è un virus ad RNA monocatenario e (come tale) tende ad essere molto mutevole.
Oramai, questo è ampiamente riconosciuto da molti scienziati e medici. Affermare questo non significa essere No Vax, visto che chi scrive questo articolo è vaccinato e ha il Green Pass.
Dunque, le cure domiciliari sono un’arma in più nella lotta contro il Covid, lotta nella quale vaccinati e non vaccinati debbono stare fianco a fianco. Infatti, la vittoria si ottiene solo se si è uniti. Liti e rancori non servono a nulla.