Circa un mese fa, a seguito della scoperta della nuova variante inglese del Coronavirus, vari Paesi, tra cui l’Italia, hanno imposto una serie di nuove regole e nuovi controlli sugli spostamenti provenienti dall’area britannica. Tutto questo ha rappresentato per molti un ostacolo: tanti italiani, da un giorno all’altro, hanno perso la possibilità di viaggiare.
Ad oggi sono ancora numerosi i voli cancellati all’improvviso e le nuove regole a cui doversi attenere.
Tra gli emigrati italiani in Regno Unito a vivere questa situazione c’e’ un PhD student in Scienze dei Materiali. Il giovane italiano si è trasferito a Manchester lo scorso settembre per frequentare il dottorato. Riguardo la nuova mutazione inglese, racconta che “fa un po’ più paura del virus originale, ma relativamente poco vista la situazione generale. A dire il vero sono più angosciato per la mia famiglia che per me”.
Il giovane è riuscito a tornare in Italia per le festività natalizie appena prima che il traffico aereo venisse sospeso. Aggiunge: “Ero pronto a tornare in Inghilterra, ma con la situazione di adesso ho scelto di evitare, anche su consiglio del mio supervisor che mi ha invitato a lavorare da casa. Il volo di ritorno lo avevo comunque prenotato, ma poi me l’hanno cancellato”.
Il dottorando afferma che il suo lavoro di ricerca a causa della nuova situazione sta subendo dei rallentamenti: “Le nuove restrizioni hanno rallentato tutte le attività di training laboratoriale: prima che tu possa utilizzare un’attrezzatura, devono per forza insegnarti come fare. Ed ora non ci sono più tutor che si occupano di questo”. E a mancare e’ anche la vita sociale: “Quando sei un italiano che va a vivere all’estero ti lasci tutto dietro: famiglia, amici, quello che facevi. Poi ti ritrovi solo in un altro Paese, e adesso non puoi conoscere nessuno. Se prima, con le dovute accortezze, si poteva comunque incontrare qualcuno, ora con le ultime restrizioni non è più possibile nemmeno questo”.
Margherita è, invece, una studentessa che si è trasferita in Regno Unito a 19 anni per frequentare l’università. Si è laureata nell’estate 2020 ed ora lavora come tutor DSA (ossia un’insegnante specializzata nel seguire ragazzi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento). Racconta a 9colonne che questo, per lei, è stato un periodo pieno di imprevisti e difficoltà, tra voli annullati, quarantene obbligatorie e tamponi.
“Sono tornata in Italia l’8 dicembre. Avevo un volo di rientro in Inghilterra prenotato per il 22, per passare il Natale con il mio ragazzo che vive a Londra: cancellato. Ora sono bloccata in Italia e per fortuna ho trovato qui un lavoro, dopo che mi hanno licenziata in Inghilterra perché non riuscivo a tornare. Ho deciso di fermarmi qui più a lungo e vedremo come procederanno le cose”. Margherita ha diverse insicurezze: “Ora sono preoccupatissima perché vedo la situazione da fuori. Gran parte dei miei amici sono in Inghilterra – spiega a 9colonne – è mi rendo conto che lì, in questo momento, le condizioni sono diventate tremende. Non ho paura del nuovo virus in sé ma tempo per la sua maggiore contagiosità. Ora vivo a contatto con i miei genitori, che non godono di ottima salute, e questo mi crea ansia: non ho paura tanto di contagiarmi, ma di contagiare loro”.
Skender è un ragazzo di 26 anni con origini albanesi, che, per migliorare l’inglese, si è trasferito in Inghilterra nello scorso settembre con un visto turistico. Nonostante viva in Italia da oltre un decennio non è ancora riuscito ad ottenere il passaporto italiano, che gli avrebbe permesso, prima della Brexit, di potersi stabilire in Regno Unito senza necessità di documenti ulteriori.
A 9colonne racconta: “Quando hanno annunciato a dicembre la variante Covid io mi sono molto preoccupato: così tanto che, sinceramente, non volevo più tornare in Italia perché avendo la mia famiglia lì, e non avendo la possibilità di isolarmi in un’altra abitazione, sarei dovuto stare in casa con i miei genitori e mio fratello. Avevo prenotato un volo di rientro il 15 gennaio, ma ho deciso, per non mettere a rischio nessuno, che avrei prolungato la mia permanenza qui. Poi, in ogni caso, il volo del 15 gennaio me l’hanno cancellato”.
La situazione di Skender è un po’ particolare: la scadenza del visto turistico che gli consente di rimanere in UK si avvicina. “Prima di venire in Inghilterra lavoravo in Italia e mi avevano messo in aspettativa temporanea. A breve sarei comunque dovuto tornare per riprendere il lavoro, dato che quest’aspettativa sarebbe scaduta a breve. Avevo prenotato apposta un altro volo a febbraio, ma mi hanno cancellato anche quello” racconta, trovando comunque un lato positivo in questa situazione incerta: “Fortunatamente mi hanno avvisato per tempo via e-mail per comunicarmi l’annullamento del volo, perciò posso evitare di fare un tampone a pagamento senza motivo. In più, ho spiegato la situazione a lavoro e hanno compreso il problema, quindi mi hanno prolungato l’aspettativa”.