Prof. Alessandro Negroni, giurista e autore del libro “La libertà di (non) vaccinarsi”, è intervenuto su Radio Cusano Campus e riguardo alle polemiche legate al suo libro ha detto: “Il mio libro non è no vax, non è contro il vaccino, nasce da un’ispirazione liberale. In una risoluzione il Consiglio d’Europa ha detto due cose fondamentali: vaccino bene pubblico mondiale disponibile per tutte le persone ovunque, quindi diritto al vaccino, ma al contempo ha detto che non ci devono essere pressioni di alcun tipo sulle persone che non possono o non desiderano vaccinarsi. Va riconosciuto dunque il diritto di una persona di accettare o rifiutare un trattamento sanitario e di essere informato”.
Sull’articolo 32 della Costituzione (“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”). “Secondo me questo articolo sbarra la strada all’imposizione del vaccino covid. Questo vaccino rientra nel concetto di sperimentazione medica. La sperimentazione è fondamentale per la medicina, ma espone ad un rischio ignoto. E’ scritto nel consenso informato del vaccino che non è possibile al momento prevedere danni a lunga distanza e l’Ema afferma che non sono stati condotti studi sul potenziale cancerogeno e sulla genotossicità. Ciò non vuol dire che il vaccino faccia male, vuol dire che rientra nella sperimentazione medica. Una persona non può essere obbligata a sottoporsi ad una forma di sperimentazione medica. Ma c’è un altro motivo: la mortalità di questo virus è bassa soprattutto sotto i 60 anni, se mettiamo insieme asintomatici e paucisintomatici arriviamo al 95% come ha affermato il virologo Palù. Uno Stato di diritto deve mantenere una proporzionalità rispetto ai provvedimenti, il principio della minima invasività nella sfera personale. A mio parere è una follia essere contro il vaccino, la mia posizione è contro obblighi giuridici”.
“Il green pass è coercitivo, basti vedere la scelta fatta dal governo italiano che sui tamponi ha scelto la via della tortura, sottoponendo le persone ogni 48 ore al tampone nasale quando i tamponi salivari sono accettati in tutta l’UE per il rilascio del green pass. Un modello basato sulla libertà di scelta è più conforme alla Costituzione rispetto ad un modello basato sugli obblighi giuridici”.