Gerardo Ruberto, presidente della federazione sindacale Sport-Italia, è intervenuto su Radio Cusano Campus e sul possibile obbligo di green pass per palestre e piscine ha detto: “Le difficoltà nel nostro settore sono tante, purtroppo registriamo chiusure definitive. E’ complicato anche a livello organizzativo dare fiducia ai nostri clienti visto che le palestre e le piscine sono state dipinte come luoghi di infezione. Parliamo del 30% di centri che non riapriranno più. Ci sono un milione di lavoratori che girano intorno a questo settore e poi tutto l’indotto. I lavoratori del comparto chiedono sicurezza, si sono messi da subito a disposizione investendo nella sicurezza delle persone. Per noi è fondamentale la parola sicurezza più che green pass o altro”.
“Gli impianti sono attrezzati e rispettano i protocolli. Il green pass è un atto burocratico non medico. Può avere qualche risvolto positivo, ma sulla bilancia pesa in modo negativo. Innanzitutto chi controlla? E poi sono convinto che ci scontreremo con qualcuno che si appellerà alla privacy. Queste cose devono essere risolte. Mi si deve dimostrare che il Green pass sia sicuro. Io sono vaccinato, ma la scienza ci dice che anche chi è vaccinato può contagiare le altre persone”.
“Vorrei che non ci fosse il ricatto: o così o chiudete, altrimenti si va contro la Costituzione. Detto questo, imprenditori e lavoratori di palestre e piscine devono mettersi in testa che dobbiamo garantire sicurezza ai clienti, ma non toglieteci la libertà di muoverci in un certo modo senza dover chiedere ogni volta questo green pass. Bisogna trovare qualcosa che dia sicurezza, ma non credo che questo sia lo strumento giusto”.