Sulla circolazione del virus: “Si conferma l’aumentata circolazione del virus nel nostro Paese da circa due settimane. Nella settimana 9-15 marzo si è registrato un +36% sul fronte dei contagi che ammontano a circa 390 mila casi. L’aumento riguarda in particolare 17 province che fanno registrare più di mille casi per 100 mila abitanti ma, di fatto, più della metà delle province riportano oltre 500 casi per 100 mila abitanti che è la soglia identificata per definire l’elevata circolazione virale”.
La situazione nelle terapie intensive è più stabile “ma gli ingressi non calano più. Questa è la conseguenza del fatto che i casi aumentano in maniera importante, i riscontri si vedono gradualmente negli ospedali” puntualizza Cartabellotta. Ancora troppo numerosa ad oggi, per il presidente della Fondazione GIMBE, la popolazione suscettibile: “Con l’esclusione dei bambini fino a 5 anni per i quali non c’è il vaccino, sono 4,6 milioni le persone vaccinabili con la prima dose, ovviamente esclusi i guariti, e circa 2,9 milioni quelle che non hanno fatto il booster. Inoltre, il tasso medio di ospedalizzazione sul totale dei positivi è di poco inferiore all’1%: questo vuol dire che con un milione di persone positive, e al momento ne abbiamo poco più di un milione, circa 10 mila sono ospedalizzati. Se questi casi aumenteranno a 2 milioni, nel giro di qualche settimana gli ospedalizzati saranno 20 mila. Questo è il motivo per cui la circolazione virale va ridotta anche con l’utilizzo delle mascherine e con la gradualità nell’allentamento delle misure”.
I paesi che allentano le misure ne pagano le conseguenze: “Tutti i Paesi che nelle scorse settimane sono stati più temerari nell’allentamento delle misure stanno registrando l’incremento non solo dei casi, ma anche delle ospedalizzazioni. Non è il momento di abbandonare le mascherine al chiuso” conclude Cartabellotta.