Il Presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta è intervenuto su Radio Cusano Campus e ha fatto il punto settimanale sulla situazione dei contagi e sulla diffusione della variante Omicron.
“Al netto dei dati di ieri che ci hanno riportato poco più di 25mila contagi ma a fronte di molti meno tamponi effettuati, nelle ultime settimane abbiamo visto che i casi giornalieri sono passati da 15mila a ridosso dell’Immacolata a circa 37mila al giorno a Natale – ha spiegato Cartabellotta – La variante Omicron è molto più presente di quanto non dicano i dati delle flash survey effettuate dall’ISS. È una variante talmente contagiosa che nel momento in cui si stabilisce la reale presenza la stessa variante si è ulteriormente diffusa”.
La buona notizia, ha sottolineato il Presidente della Fondazione Gimbe, “è che a fronte dell’incremento così importante dei contagi l’impatto sugli ospedali è percentualmente modesto. Le persone ricoverate in area medica sono l’1,8% dei quasi 520mila attualmente positivi. Lo 0,21% è in terapia intensiva per un totale di 1081 casi”.
Cartabellotta ha avvertito di prepararsi ad “essere pronti a vedere crescere ancora la curva dei contagi. La cosa certa è che più persone si vaccineranno anche con la terza e minore sarà l’impatto sugli ospedali. Dovremmo considerare il periodo della pandemia come “prima del vaccino” e “dopo il vaccino”. Gli impatti sugli ospedali, grazie ai vaccini, sono nettamente più bassi rispetto al passato”.
Cartabellotta torna a chiedere una revisione delle quarantene e l’obbligo vaccinale: “’Omicron è una variante molta contagiose. Ogni positivo può aver avuto, di media, dai 5 ai 10 contatti. Se dovessimo avere un milione di positivi vuol dire che potrebbero esserci dai 5 ai 10 milioni di contatti da mandare in quarantena e questo non è possibile. Chi ha fatto il vaccino con la terza dose è più difficile si contagi e quindi bisognerebbe rivedere le regole per questa categoria. La persona vaccinata anche con terza dose deve vedere la sua quarantena ridotta visto, come detto, che l’impatto sugli ospedali non è ancora così preoccupante. Dobbiamo entrare in una gestione sanitaria, economica e sociale della pandemia. Ad esempio sono un fautore della mascherina Ffp2 nei locali al chiuso, quella chirurgica può considerarsi ormai un rimedio “omeopatico”, protegge molto poco. L’obbligo di mascherina all’aperto ha più una funzione di tipo sociale. Ci vuole buonsenso. Sono anche un fautore dell’obbligo vaccinale. Basta parlare di prime, seconde e terze dosi. Bisogna che il vaccino diventi una misura di sanità pubblica che andrà somministrato periodicamente. Del resto il vaccino, nonostante il virus circoli, permette di non affollare gli ospedali”.