Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è intervenuto su Radio Cusano Campus e sulla vaccinazione ha detto: “Sul fronte delle forniture, ad oggi sono state consegnate poco più di 14 milioni di dosi, il 90% di quelle previste nell’ultima versione del piano, nella prima versione del piano però ne erano previste quasi il doppio. Il secondo dato è che tutto sommato le Regioni hanno avuto una capacità di somministrazione accettabile, anche se ci sono differenze tra regioni. L’altro elemento di grande differenza regionale è legata a chi sono state somministrate queste dosi. Con gli ultraottantenni stiamo un po’ risalendo la china, ma andiamo molto male sulla fascia 70-79, dove in Europa siamo a fondo classifica. Sui fragili non si sa quanti sono stati vaccinati. Le consegne purtroppo in questa fase finale del trimestre non sono state regolari nel tempo, sarebbe opportuno che ci fosse una simmetria tra somministrazioni e consegne altrimenti le regioni più veloci sono costrette a rallentare per attendere le nuove dosi. 500 mila dosi al giorno? Dal punto di vista delle dosi consegnate, la settimana scorsa abbiamo superato per 3 giorni consecutivi le 250mila dosi, quindi a livello organizzativo ritengo che sia un obiettivo raggiungibile, tenendo però conto della sindrome del weekend. Bisogna che arrivino i vaccini in maniera costante e che le Regioni si attrezzino anche per i weekend e festivi. Ci deve essere anche un’adesione costante della popolazione nel tempo per raggiungere quell’obiettivo”.
Sulle possibili riaperture. “Ci troviamo in una fase di leggera diminuzione, i casi si sono stabilizzati in una pianura che però non scende, i ricoveri con sintomi hanno raggiunto quasi il picco, le terapie intensive stanno sfiorando il picco. Ci troviamo in una fase di rallentamento dell’epidemia, mentre la situazione ospedaliera ci sta mettendo più tempo rispetto alla seconda ondata. Non so se sia dovuto alle varianti, o al fatto che adesso cominciano ad evidenziarsi tante falle nel sistema, ma il dato certo è che non stiamo vedendo una discesa importante di tutte le curve, soprattutto quelle ospedaliere. Siamo sul filo della lama del rasoio e ci possiamo permettere solo piccoli movimenti, come la riapertura delle scuole, ma senza zona gialla fino a fine aprile”.