Continua a galoppare il Coronavirus in America Latina. Sono oltre 732mila le persone morte in quella regione del mondo per cause riconducibili al contagio da nuovo covid. E’ la zona del pianeta più colpita dalla pandemia.
Particolare allarme desta il Brasile, secondo nella classifica mondiale di contagi stilata dalla Johns Hopkins University, per l’incedere rapido della insidiosa variante locale e la forte pressione esercitata sulle strutture ospedaliere.
Argentina e Colombia occupano la classifica dall’undicesimo al tredicesimo posto. Il Brasile e il Messico sono inoltre secondo e terzo nella graduatoria mondiale del numero assoluto di vittime collegate alla Covid-19. Da gennaio sono iniziate le campagne di vaccinazione in diversi paesi.
In Repubblica Dominicana, per esempio, il governo sta portando avanti vaccinazioni di massa: vengono vaccinati tutti, i dominicani, gli stranieri residenti, i turisti. Il vaccino usato è quello cinese.
Nel Paese dei Caraibi si contano 248mila contagi e oltre 3mila e 200 morti; vige uno stato di emergenza fino a fine marzo. Tolta una pausa per le elezioni presidenziali e parlamentari di luglio 2020, la RD è stretta da un coprifuoco notturno.
In Messico si contano 2.182.188 casi di contagio e 196.606 morti. Il paese adotta un sistema “a semaforo” che permette riaperture statali modulate sulla portata del contagio (un po’ come le zone a colori adottate in Italia).
Fino al 28 marzo tre stati, Sonora, Chiapas e Campeche, godono delle condizioni piu’ incoraggianti, e nessuno si trova nella fascia piu’ critica. Il resto del paese si divide tra il secondo e il terzo grado di allarme.
A Panama superati i 350mila casi confermati, sono più di 6mila i decessi. Il paese, circa 4.2 milioni di abitanti e una incidenza non trascurabile della malattia, ha sofferto una severa ripresa di contagi a inizio anno, cui ha risposto con una stretta sulle attivita’ e i movimenti. Dall’8 febbraio si procede a un parziale rilassamento delle misure – l’accesso alle spiagge nei giorni infrasettimanali, la riapertura a scacchiera di centri commerciali e negozi, oltre che di bar e ristoranti – pur mantenendo coprifuoco dalle 21 alle 5.
Alla Costa Rica, con 210.447 casi confermati e 2.886 morti, va il primato di aver registrato il primo caso in America Centrale. Da novembre 2020 sono state riaperte le frontiere aeree a tutti i paesi, fermo restando le garanzie di protezione sanitaria per i passeggeri. La circolazione interna e’ disciplinata con un calendario sui numeri di targa, valido dalle 5 della mattina alle 22.
In Guatemala, che con 17 milioni di abitanti e’ il paese piu’ popoloso dell’America centrale, il numero di contagi e’ salito a 185.832 con 6.639 morti. Nel paese vige un sistema di divisione del territorio in zone a seconda del grado di emergenza. Da meta’ settembre 2020 sono state riaperte le frontiere internazionali aeree e terrestri, con restrizioni diverse a seconda dei casi.
Le cifre ufficiali riferiscono di 6.582 casi di contagio e 176 morti in Nicaragua, anche se diversi settori, tra cui la chiesa cattolica e la Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh), denunciano poca trasparenza nelle informazioni.
El Salvador ultimo dei paesi regionali ad aver registrato il virus, conta poco meno di 2mila morti e 62.531 contagiati. Il presidente Nayib Bukele spinge per una politica di rigide restrizioni cercando di prolungare il piu’ possibile la quarantena, ingaggiando una serrata battaglia istituzionale con la Corte costituzionale e con altri poteri dello stato.
In Honduras, con 180.796 casi e 4.402 morti, vige il coprifuoco e lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale fino al 1 dicembre. Sale a 12.686 il numero di contagi ad Haiti, con 251 morti. Tra le vittime, il segretario di stato per gli Affari sociali, Emmanuel Cantave.
A Cuba si contano 63.414 casi di contagio, 384 morti. Al momento del check-in su un volo per il paese, tutti i viaggiatori sono tenuti a esibire un certificato di test Covid-19 di tipo “Pcr” con risultato negativo, effettuato nel Paese di origine presso un laboratorio certificato e risalente a non oltre 72 ore precedenti l’ingresso a Cuba. Da meta’ febbraio l’Avana ha avviato la produzione su larga scala del vaccino Soberana 02, avviato alla fase II dei test clinici.