“Quest’anno il Com.It.Es con grande entusiasmo ha partecipato alla celebrazione del 70esimo anniversario della fondazione della città di San Vito de Java o San Vito de Coto Brus, due nomi che identificano la stessa località. Con la nostra presenza abbiamo voluto omaggiare gli italiani e i discendenti che vivono in questa zona del paese”. E’ quanto si legge in una nota del Comites Costa Rica.
“Sia come Com.It.Es che a livello personale, promettiamo che la storia di San Vito sarà cantata di generazione in generazione, perché nessun italiano che vive in Costa Rica può rimanere indifferente ricordando gli sforzi di chi ha forgiato questa terra, gli sforzi di persone che hanno creato parte della storia del paese.
San Vito è un chiaro esempio del legame funzionante tra due culture, e la nostra missione, mano a mano con le autorità della comunità, è che la storia non smetta mai di essere raccontata, che i bambini e i giovani di origine italiana crescano ascoltando i loro genitori e nonni raccontare loro “ …. che lì in mezzo a una natura privilegiata, piena di uomini e donne onesti e laboriosi, c’è San Vito de Java, la terra dei “tutiles….”.
Abbiamo avuto modo di ascoltare tante storie, come quella di Liliana Sorte Dalmazio arrivata da Capriate San Gervaso, provincia di Bergamo, a San Vito nel 1955 all’età di 15 anni. Liliana nonostante l’età lavora ancora nel suo ristorante insieme ai suoi figli e nipoti.
Le abbiamo chiesto se ricordasse il primo viaggio in Costa Rica e ci ha risposto di aver viaggiato arrivata con una nave metà mercantile e metà passeggeri, insieme a suo padre e alla sua sorellina di 4 anni, la madre purtroppo era deceduta qualche anno prima. Liliana nel suo racconto ci tiene a precisare che suo padre Leandro è stato tra i primi costruttori dell’acquedotto di San Vito, racconta che sapeva far di tutto tanto è vero che era il braccio destro del pioniere Vito Sansonetti.
Chiediamo se lei è la più anziana della comunità e ci dice che lei è la più giovane rimasta in vita, Liliana ha 81 anni; invece, la signora più anziana rimasta in vita si chiama Lauretta Papili arrivata da Roma ed il più longevo degli uomini è Ivo Consumi che di anni ne ha 93. Arrivato da Arezzo insieme al fratello di qualche anno più giovane, ancora in vita anche lui. Infine, con Liliana chiudiamo con un saluto in Bergamasco stretto con il nostro collega del Com.It.Es, anche lui bergamasco, Giuseppe Pesenti.
Noi rappresentanti del Com.It.Es fremevamo per incontrare Ivo, la ragione era l’omaggio che abbiamo portato, una bottiglia di San Giovese della sua terra, ed un certificato di riconoscimento del lavoro svolto, che ha ricevuto con moltissimo piacere come si nota nelle seguenti immagini.
Altro italiano da non dimenticare è Antonio Convertino, di Gionosa in provincia di Taranto, arrivato nel lontano aprile del 1955. L’incontro con Antonio ha fatto emozionare il nostro presidente anche lui pugliese di Bitritto in provincia di Bari, si sono divertiti a parlare in dialetto per almeno un paio d’ore, l’amicizia è nata fin da subito come succede fra pugliesi, ed il racconto è stato quasi tutto in dialetto.
Entrambi con gli occhi lucidi dall’emozione mentre si parlavano; hanno usato vocaboli che solo i pugliesi possono intendere, nonostante siano passati 70 anni Antonio parla il tarantino alla perfezione. Antonio inizialmente si è dedicato all’agricoltura, poi pian piano è diventato un piccolo imprenditore edile; gli abbiamo chiesto se sente nostalgia per l’Italia e ci risponde che è il paese più bello del mondo anche se lui ora preferisce San Vito”, conclude il comunicato del Comites CR.