Nicola Cosentino, "salvato" dalla Camera dei Deputati che ha respinto la richiesta di arresto da parte dei magistrati napoletani, intervistato a Tgcom24 spiega: "Mi sento un po’ piu’ disteso dopo l’esito del voto. Le accuse erano un po’ forzate. Nel frattempo mi sono sottoposto volontariamente a processo da marzo ad oggi. Qual era l’esigenza di un’ulteriore richiesta? Non mi sento un privilegiato perche’ si puo’ essere carcerati, sia da normali cittadini che da parlamentari, ma deve farlo un giudice terzo, il tribunale, in cui potersi difendere. Io non ho ancora trovato un posto in cui difendermi. La verita’ la stabilisce il giudice. Se dovessi essere condannato anche solo in primo grado, scompariro’ dalla politica ma fino ad allora mi sento vittima di un’aggressione mediatica, politica e giudiziaria. Allora, e solo allora, lascero’ l’incarico di coordinatore".
Cosentino ha detto: "Le accuse le farò vagliare dal giudice. Non posso essere il presunto colpevole. Ho chiesto ai miei accusatori di andare presso un giudice terzo che è il tribunale al quale mi sto sottoponendo per fare accertare la verità. La mia storia personale e politica certamente non può essere scritta da qualche pentito che ha da far perdonare a se stesso qualche ergastolo e ingenti patrimoni".
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