Giovedì alla Camera dei Deputati sarà il giorno di Nicola Cosentino: l’Aula di Montecitorio dovra’ decidere se far scattare o meno le manette ai polsi del coordinatore campano del Pdl. Il destino di Cosentino, dopo il voto della Giunta che ha detto sì alla richiesta d’arresto dei magistrati napoletani, sembra ormai segnato, eppure non è ancora detta l’ultima parola. Un deputato del Carroccio che desidera restare anonimo spiega: "Se verra’ chiesto il voto segreto come e’ quasi certo che sia, potrebbe succedere di tutto, anche che si salvi…".
Infatti, sentendosi "protetti" dal voto segreto, diversi parlamentari, non solo del PdL, potrebbero decidere di salvare il collega. Del resto, quando può, la Casta si protegge sempre. Nel centrodestra poi c’è anche una certa preoccupazione: "Se finisce dietro le sbarre Cosentino, potrebbe raccontare tante cose…". Cose che sarebbe meglio rimanessero nascoste, evidentemente.
Di Pietro ha già fatto sapere che voterà sì all’arresto del deputato. Idem il Pd. E se Bossi ha deciso di lasciare "libertà di coscienza" ai suoi deputati (una posizione "morbida", forse anche perchè Berlusconi ha continuato nelle ultime ore il suo pressing sul Senatur), il PdL avverte: siamo pronti a difendere Cosentino dalle manette, tanto che potremmo assistere ad un vero e proprio "mezzogiorno di fuoco".
Cosentino intanto è rassegnato, secondo quanto raccontano coloro che gli stanno più vicino. "Nic", lo chiamano, così come veniva chiamato Nicola Di Girolamo, senatore del PdL finito in gabbia perchè accusato fra le altre cose di essere arrivato a Palazzo Madama con i voti della ‘ndrangheta. Il coordinatore PdL in Campania – che fino a ieri aveva spiegato che non si sarebbe mai dimesso – nelle ultime ore avrebbe detto di essere disposto persino a un passo indietro, per evitare "imbarazzi" ad Alfano, che sta cercando di dare al partito un’immagina nuova, "pulita".
La situazione è davvero complicata. Anche perchè nel caso la Camera dovesse "graziare" Cosentino, per l’opinione pubblica diventera’ un Parlamento "delegittimato" che difende qualcuno che e’ accusato di reati mafiosi. Ma d’altra parte, se il deputato dovesse essere mandato dietro le sbarre, il PdL farà scintille. Una fibrillazione che proprio non ci vorrebbe, anche perchè la tensione è già alta per via delle liberalizzazioni che vuole portare a termine il governo Monti. Come finirà? Ancora poche ore e lo sapremo.
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