Nuova ordinanza di custodia per l’ex deputato del Pdl Nicola Cosentino, gia’ detenuto per l’accusa di collusioni col clan dei Casalesi: avrebbe corrotto un agente penitenziario per ottenere favori in carcere, compresa la consegna di mozzarelle di bufala e dolci tipici di Casal di Principe, e per inviare messaggi all’esterno. In carcere e’ finito oggi anche l’assistente capo della Polizia Penitenziaria Umberto Vitale, di 43 anni: grazie all’interessamento del cognato di Cosentino, Giuseppe Esposito, di 54 anni, pure lui arrestato, avrebbe ottenuto una consulenza per la moglie presso una coop facente parte di un Consorzio di cooperative sociali e un biglietto per la finale di Coppa Italia 2014 Napoli-Fiorentina.
Cosentino, alla fine di marzo, dopo una perquisizione nella sua cella durante la quale era stato trovato un Ipod, era stato trasferito dal carcere di Secondigliano a quello di Terni dove ora si trova detenuto. I particolari dell’inchiesta emergono dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata oggi dai carabinieri di Caserta al poliziotto, a Cosentino e al cognato, consigliere comunale a Trentola Ducenta (Caserta), tutti accusati di corruzione.
A consegnare il biglietto per il match a Vitale, si legge nel provvedimento, sarebbe stata il consigliere regionale Luciana Scalzi, del gruppo "Forza Campania", creato da Cosentino ad inizio 2014. Gli inquirenti hanno anche contestato la consegna a Vitale "di una somma di danaro imprecisata" da parte della moglie di Cosentino, Marisa Esposito (destinataria oggi di un provvedimento di obbligo di dimora), che intercettata mentre parla con il fratello dell’agente Umberto Vitale gli chiede: "gliel’hai data la mazzetta che ti ho dato?".
L’indagine – condotta dal procuratore aggiunto Borrelli e dai pm della Dda Vanorio, D’Alessio e Ardituro (quest’ultimo ora al Csm) – e’ stata avviata nel febbraio del 2014 mentre era in corso un’altra inchiesta, relativa alla gestione dei distributori di benzina della famiglia Cosentino, che il 3 aprile dello scorso anno aveva portato in cella l’ex politico di Casal di Principe insieme con due fratelli.
Intercettando Cosentino i carabinieri del Reparto Operativo di Caserta si sono imbattuti in almeno cinque agenti penitenziari in servizio a Secondigliano con cui l’ex coordinatore campano del Pdl ed ex sottosegretario era in contatto. Gli stretti rapporti tra Cosentino e i poliziotti – emerge dal provvedimento – sarebbero nati sempre a Secondigliano durante i primi otto mesi di detenzione dell’ex politico tra il marzo e il novembre 2013. I poliziotti, scrive il gip Iaselli, "appaiono asserviti alle esigenze del Cosentino per ottenere a loro volta favori" e quando parlano tra loro di Cosentino lo chiamano "dottore" o "quell’amico" o anche "Maria".
Gli investigatori filmano diversi incontri tra Vitale e il cognato di Cosentino: telefonate criptiche, appuntamenti in luoghi appartati. Si ipotizza che in tal modo Cosentino riuscisse a inviare messaggi all’esterno del carcere. Gli inquirenti li intercettano dopo la prima scarcerazione di Cosentino (novembre 2013). Dalle indagini emerge che gli agenti provano in tutti i modi a ottenere favori, recandosi piu’ volte presso la segreteria provinciale di Forza Italia a Caserta; in una circostanza trovano una fila di 70 persone fuori all’ufficio dell’ex politico. Cosentino inizia pero’ a un certo punto a non rispondere alle telefonate. I rapporti si ristabiliscono quando l’ex sottosegretario torna in cella, il 3 aprile 2014. "Ora abbiamo il porco tra le mani, ora lo dobbiamo incastrare", esultano al telefono due agenti della Penitenziaria. Da allora si susseguono con cadenza fissa gli incontri tra i poliziotti e il cognato di Cosentino Giuseppe Esposito.
Sono varie le "utilita’" che Cosentino riesce ad avere, tra vestiti, scarpe, generi alimentari piu’ svariati, dai prodotti caseari come la mozzarella di bufala, alla frutta, ai salumi, ai dolci tipici di Casale come il roccobaba’. Nel maggio dello scorso anno Umberto Vitale, dopo aver incontrato il cognato del politico, che gli aveva consegnato una scatola in politistirolo per il trasporto della mozzarella di bufala e una confezione di dolci, chiama un collega per avvisarlo: "Stasera ci dobbiamo mangiare qualcosa..un poco di mozzarella e di prosciutto". Dal provvedimento emerge anche come gli agenti vicini all’ex sottosegretario chiamino "trombettieri" quelli onesti, che spesso controllano anche le auto dei colleghi proprio per paura che portino dentro il carcere roba vietata.
Discussione su questo articolo