A Silvio Berlusconi non è piaciuta la decisione della Giunta della Camera dei Deputati che ha detto sì alla richiesta di arresto per Nicola Cosentino da parte dei giudici napoletani. Anche la Lega ha votato a favore dell’arresto. Una scelta, quella del Carroccio, che non fa altro che aumentare le distanze fra il partito di Bossi e il Popolo della Libertà.
Intanto nella serata di martedì si è svolto un vertice del PdL a Palazzo Grazioli: oltre a Berlusconi, presenti – fra gli altri – il segretario del Pdl Angelino Alfano, i coordinatori Denis Verdini, Sandro Bondi e Ignazio La Russa, i presidenti dei gruppi alla Camera e al Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, con i loro vicecapigruppo vicari, Massimo Corsaro e Gaetano Quagliariello, oltre all’ex ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli e alla vice portavoce del partito, Anna Maria Bernini (sempre più vicina, secondo quanto riferiscono fonti interne al partito, all’incarico di portavoce, al posto di Daniele Capezzone).
Ai suoi il Cavaliere ha detto chiaramente che il voto di giovedì alla Camera sul caso Cosentino potrebbe aprire scenari imprevedibili. La rottura con la Lega potrebbe essere, a quel punto, definitiva. Certamente un voto contro Cosentino non sarà indolore. Ecco perchè i pontieri, con Angelino Alfano in prima fila, sono al lavoro per cercare di ricucire in fretta coi lumbard; lo stesso Berlusconi continua a fare pressing nei confronti del Senatur, per convincerlo a votare contro l’arresto. Ma la Lega difficilmente cambierà idea: la linea è quella dettata da Roberto Maroni, e al momento nulla fa pensare a un cambio di rotta.
Contro Cosentino non ci sono prove, spiega il Cav: secondo quanto gli avrebbe riportato chi segue il dossier in giunta, non ci sarebbe nulla che giustifichi l’arresto per il parlamentare PdL, coordinatore del partito in Campania. Eppure per ora il destino del deputato sembra sia ormai segnato.
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