Piero Alessandro Corsini è il direttore di Rai Italia. Sulla rete della televisione pubblica italiana che guarda oltre i confini nazionali, riprenderanno da lunedì, 30 settembre, le trasmissioni dedicate agli italiani all’estero. Nuovi programmi, che in alcuni casi verranno condotti da volti già conosciuti dai connazionali residenti nel mondo, perché già presenti sui teleschermi di quella che è storicamente conosciuta come Rai International.
Un ritorno un po’ in sordina, quello di Rai Italia. Come mai? E che tipo di programmi saranno, quelli che verranno proposti agli italiani nel mondo? Quali temi tratteranno? Di questo e molto altro Italiachiamaitalia.it ha parlato proprio con il direttore Corsini.
Direttore, con la trasmissione "Community", che inizierà il 30 settembre, ripartono su Rai International le trasmissioni dedicate agli italiani all’estero. Accogliamo con una certa sorpresa questa novità: Rai International, così come l’hanno conosciuta gli italiani nel mondo per molto tempo, ha chiuso da quasi due anni. Qualcosa si muove, in Rai, a favore delle nostre comunità oltre confine?
“Innanzitutto, bisogna dire che lunedì 30 settembre non parte solo Community – L’altra Italia, ma anche Camera con vista e Un giorno nella Storia. Tre appuntamenti quotidiani, dal lunedì al venerdì, ciascuno di un’ora, cui si aggiungono altri due programmi nel week-end. Proprio le dimensioni di questo sforzo produttivo costituiscono, ci auguriamo, la migliore risposta alla sua domanda: sia il Presidente della Rai, Tarantola, che il Direttore Generale, Gubitosi, hanno estremamente a cuore la programmazione per gli italiani nel mondo. Anche in un momento obiettivamente non facile per la Rai sul piano economico, si sono comunque impegnati con il massimo sforzo per rilanciare la produzione originale di Rai Italia”.
Come mai un inizio un po’ in sordina? Nessun comunicato, nessuna conferenza stampa…
“La verità è che siamo stati talmente impegnati nel preparare i nuovi programmi che c’è mancato il tempo materiale. D’altra parte, una volta avviata la produzione di questi nuovi titoli, mi sono ripromesso di effettuare delle visite ‘mirate’ nelle varie comunità italiane – come già feci a New York e a Toronto nel gennaio 2013 – per presentarmi e presentare di persona il nuovo palinsesto”.
Ci parli un po’ delle nuove trasmissioni…
“Come ho già detto, ogni giorno ci saranno – ad orari diversi a seconda dei vari fusi orari, ma comunque tendenzialmente nella fascia pomeridiana – tre nuovi programmi: Community – L’altra Italia è il programma che vuole raccontare vita, storie, personaggi ed eventi delle comunità italiane nel mondo, attraverso servizi filmati e ospiti in studio. Sempre in studio, affronteremo il tema della lingua italiana (attraverso i proverbi, i neologismi, le parole in disuso, ma non solo) e, soprattutto, offriremo una risposta concreta alle mail degli spettatori, che già cominciano ad arrivarci, e che chiedono informazioni su tematiche quali pensioni, eredità, voto all’estero, passaporti, etc.
Un giorno nella Storia è invece un appuntamento della memoria con un calendario quotidiano delle ricorrenze e degli anniversari della Storia italiana, utilizzando lo sterminato patrimonio delle Teche Rai e di programmi quali La Storia siamo noi, Correva l’anno, La grande Storia in prima serata, ecc.
Camera con vista, invece, è un appuntamento – condotto in studio da Chiara Tiezzi – con gli splendori e le meraviglie dell’Italia, attraverso il design, i paesaggi, l’arte, le città.
Nel week-end, poi, abbiamo Doc! Doc!, un appuntamento di seconda serata per dei documentari che potremmo definire “d’autore” per approfondire la società, il costume, l’imprenditoria e la realtà italiana.
C’è poi l’appuntamento con Speciale Community – Voci d’Italia, una serie di 8 documentari da mezz’ora ciascuno, ognuno dei quali dedicati a un quotidiano delle comunità italiane nel mondo. Finito questo ciclo, abbiamo in mente altre sorprese…
Alcuni degli autori del programma hanno già avuto esperienza in Rai International, con programmi come Sportello Italia. Si cerca una continuità col passato?
“Certo. Per me è stata una fortuna potermi avvalere della loro esperienza e della straordinaria rete di rapporti consolidati con le comunità italiane nel mondo. Naturalmente, la nostra speranza è di riuscire a fare ancora meglio di quanto non fosse già stato fatto in passato”.
Fra i volti più conosciuti di Sportello Italia c’è anche quello di Francesca Alderisi. E’ previsto anche un suo ritorno?
“Ce lo auguriamo di tutto cuore. Francesca Alderisi unisce alla sua competenza anche una incredibile passione, un vero amore direi, per gli italiani nel mondo. Speriamo davvero di poter fare qualcosa insieme”.
Lei, direttore, come si pone di fronte a questa sfida, quella di dirigere una rete assai importante per gli italiani nel mondo ma anche per il Sistema Italia all’estero?
“Per me è una esperienza nuova e affascinante. Nei sei mesi trascorsi tra la mia designazione ad Amministratore Delegato di Rai World e la mia nomina a Responsabile Editoriale di Rai Italia, ho avuto tempo e modo di studiare, approfondire e provare a capire una realtà che conoscevo solo superficialmente, da ‘viaggiatore’. Cito sempre questo esempio, magari banale: la prima volta che sono andato a New York era il 1979: da allora, sarò tornato negli Stati Uniti almeno una trentina di volte. Eppure, sono stato a Little Italy a New York soltanto una volta e, viaggiando in altre città degli Stati Uniti, ho sempre cercato di evitare i ristoranti italiani: non per snobismo, ma perché ero più interessato a scoprire e capire l’America del melting pot che non a mangiare quei piatti che, magari, avrei mangiato a casa di lì a una settimana. Nei miei 27 anni di Rai, ho sempre avuto il privilegio di lavorare a grandi programmi di servizio pubblico, come Mixer, La Storia siamo noi, Un posto al sole: ma ho sempre parlato agli italiani che, come me, vivevano in Italia, dunque potevo raccontare il mio Paese a chi condivideva con me le atmosfere, i sapori, le suggestioni della realtà quotidiana. Ora, invece, devo parlare a quegli italiani che vivono – da tempo o temporaneamente – molto lontano dai nostri confini. E vorrei provare a raccontare loro che l’Italia non è solo il Paese dell’arte e della cucina, ma anche delle grandi opportunità. Perché niente come le difficoltà spinge tutti noi a dare il meglio”.
In conclusione, cosa devono aspettarsi gli italiani nel mondo da questa “nuova” Rai Italia?
“Io spero che Rai Italia possa consolidare l’affetto e l’interesse del nostro pubblico tradizionale, ma anche attrarre le generazioni più giovani, rispondere alle esigenze delle nostre comunità, offrire una programmazione che contempli sia il meglio di quanto vedono gli italiani in Italia, sia dei programmi ad hoc realizzati appositamente per chi vive lontano. Stiamo lavorando con grande passione e grande umiltà, e speriamo che gli stessi spettatori ci aiutino, con le loro lettere e mail, a migliorare continuamente”.
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