La corruzione (35%), i comportamenti distorti di una certa classe politica (30%) , e a pari merito, al 25% la burocrazia (al sud la percentuale sale al 28%) e la criminalita’ organizzata (mafia) sono i fattori che frenano di piu’ lo sviluppo economico italiano, secondo gli italiani intervistati dall’Istituto Piepoli, nello studio realizzato il 3 giugno per Trame – Festival dei libri sulle mafie, la cui quarta edizione si svolgera’ a Lamezia Terme dal 18 al 22 giugno. Fra gli altri fattori frenanti ci sono i favoritismi e le raccomandazioni (18%), l’ignoranza (10%) e l’austerita’ imposta in Europa (8%).
”Nello studio abbiamo confrontato tra loro vari fattori che possono scoraggiare dal fare impresa e frenare lo sviluppo economico” spiega Milly Tucci, responsabile clienti e ricercatore senior dell’Istituto Piepoli, che e’ sponsor tecnico del festival. Molti Paesi nel mondo ”sono afflitti da una corruzione profondamente radicata che ostacola lo sviluppo economico, mina la democrazia e lede la giustizia sociale e lo Stato di diritto – ha aggiunto -. Gli Stati membri dell’Ue dispongono della maggior parte delle istituzioni e degli strumenti giuridici necessari per prevenire e combattere la corruzione. Tuttavia risultati ottenuti non sono soddisfacenti in tutta l’Ue. Salvo Paesi con scarsa esperienza di corruzione (Danimarca, Finlandia, Lussemburgo e Svezia) a livello europeo, secondo i dati dell’Eurobarometro 2013, tre quarti degli intervistati (76%) ritengono che la corruzione sia diffusa nel proprio Paese”.
Inoltre secondo l’indagine dell’Istituto Piepoli, ”per il 57% degli italiani il rischio criminalita’ si avverte nella vita quotidiana (il 38% degli intervistati ha risposto abbastanza, il 19% molto), ed e’ molto piu’ percepita dagli adulti che dai giovani” aggiunge.
Alla domanda piu’ diretta sulla misura in cui la criminalita’ costituisca un freno per lo sviluppo economico italiano, il 45% ha risposto ”molto” e il 42% ”abbastanza”, per un 87% totale, che sale all’89% al nord.
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