"La corruzione fotografa il disfacimento dei partiti che avrebbero potuto rappresentare un anticorpo alla corruzione stessa. Prima il politico corrotto piuttosto che da un Tribunale veniva processato ed espulso dal partito di appartenenza. Oggi, purtroppo, la politica non è in grado di imporre sanzioni", "il politico corrotto espulso dal partito, soprattutto a livello locale, trasmigra in altri partiti che poi lo candidano". Lo afferma il presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone in una intervista alla Stampa.
Cantone sostiene che le Fondazioni, "nuovi strumenti della politica", "devono diventare case di vetro trasparenti. Le Fondazioni hanno una regolamentazione assolutamente inadeguata. Va imposta una trasparenza che deve consentire di individuare quanto entra e quanto esce dalle casse di una Fondazione perché possono determinarsi delle criticità, fenomeni illeciti".
Sostiene poi che la corruzione è "molto" diffusa e che "è particolarmente innervata nel sistema economico. Guardiamo con preoccupazione alla grande corruzione, ma quella diffusa è ancora più pericolosa perché coinvolge la società nel suo complesso. Ed è quella che impera negli uffici, nelle Asl, quella delle liste d’attesa, della motorizzazione, delle patenti facili".
Ma, aggiunge, "non sono d’accordo che le inchieste raccontano una disfatta. Anzi, al contrario, sono l’inizio di una rivincita dello Stato e della legalità. Ben vengano queste indagini e anche le prossime. Ciò che tiene unite queste inchieste è il meccanismo affaristico in cui la politica sembra essere sempre di più sullo sfondo, cioè un autobus per fare affari. È evidentissimo in Mafia capitale ma anche in parte nelle inchieste sul Mose di Venezia, su Expo 2015 e anche sulla Cpl Concordia".
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