Rallenta l’automobile, va veloce la bicicletta. Sempre più veloce, in Italia. La crisi economica prosciuga il serbatoio delle auto; funzionano a meraviglia i pedali della bicicletta. La due ruote ha bisogno solo di energia umana, e neppure tanta. Aumentano i giri della bicicletta, diminuiscono quelli dell’automobile. Risultato: il sorpasso è avvenuto, in Italia si vendono più biciclette e meno automobili. I numeri lo dicono, non la fantasia o la malignità di quanti, e sono tanti, tendono a versare pizzichi di sale e di pepe sulle ferite sanguinolenti dell’Italia.
Il dato è questo, inequivocabile, non contestabile: un milione e 750 mila biciclette vendute in Italia nel 2011; un milione e 748 mila le automobili. Una differenza irrilevante a prima vista; sostanziale e sostanziosa ad un esame appena attento. Intanto c’è da considerare che l’evento si verifica per la prima volta: non era mai accaduto negli ultimi cinquant’anni della storia d’Italia, in termini di mezzi di locomozione. Bicicletta regina, beccati questo sorpasso, cara automobile italiana.
Il settore dell’auto attraversa un momento di palese, forte crisi. La Fiat ne è l’emblema e il simbolo. Ma nessuno pensava che il sorpasso si sarebbe verificato. Invece, eccolo servito. Il minimo scarto, questa sottile differenza, è la fotografia di come butta oggi in Italia. Gli italiani usano meno l’automobile e comprano meno automobili. Cercano modi alternativi e più economici per muoversi. No, non è un’improvvisa esplosione di sensibilità e di senso civico, e neanche voglia di ecologia. È semplicemente una inderogabile necessità, non più rinviabile. Di questo, proprio di questo, si parlerà domani e sabato a Reggio Emilia, una delle città italiane della bicicletta, dove è in programma il convegno “Gli Stati Generali della bicicletta e della Mobilità nuova”. L’evento è organizzato dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani, da Legambiente e da altre associazioni. “Puntiamo alla formulazione di un piano strategico che risponda alle esigenze di mobilità dei cittadini italiani negli anni a venire. Bisogna sviluppare politiche che favoriscano e tutelino chi usa la bici”. A Reggio Emilia i convenuti alzeranno anche la voce, se necessario, per ribadire un concetto che sta a cuore a quanti in Italia vanno in bicicletta. “Il tema della ciclabilità non si risolve con una pista ciclabile pitturata sull’asfalto”.
Dentro il sorpasso avvenuto della bici sull’automobile si possono leggere indicazioni interessanti, fondamentali. Nelle città di medie dimensioni e con popolazione al disotto del milione di abitanti, si registrano mediamente 3.200 immatricolazioni di automobili in meno. Ormai una nuova automobile se la possono permettere in pochi. Sempre meno, in Italia. Il sorpasso della bicicletta è diventato così un fatto naturale, di semplice spiegazione. Il consumo è nullo, economico il costo del mezzo. Supermercati e grandi magazzini offrono biciclette anche a settanta euro. Ora, non è che la crisi abbia aguzzato l’ingegno degli italiani. Come la fame costringe il lupo a uscire dal bosco, così l’italiano medio è costretto ad inventarsi qualcosa per fronteggiare gli effetti letali della crisi. Quelli che neppure la bici possono permettersi, vanno in garage o in cantina. Tirano fuori vecchie bici, le riverniciano e le restaurano, e via di corsa, a pieni pedali, in corsia di sorpasso sull’auto.
Si registra addirittura il boom di un certo tipo di bici. Quelle di lusso, definiamole così, elettriche o pieghevoli. Il prezzo ovviamente non è quello delle bici classiche, indipendentemente dalle marche storiche: Legnano, Bianchi, Atala. Milleduecento euro è il costo minimo di una bicicletta elettrica. Resa e uso consentono di ammortizzare la cifra con piena soddisfazione.
Tutti in bici, allora? Le indagini di mercato forniscono indicazioni illuminanti. Il trasporto con mezzi pubblici e urbani è calato dell’1%; del 10% quelli in treno e in pullman. I dati diventano inquietanti e indicativi allo stesso tempo se riferiti ad altri settori. Trasporto aereo meno 25%, moto e motorini meno 14%, e le auto? Meno 27%, ventisette per cento, proprio così. E la bici va, in corsia di sorpasso, più 5%.
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