Francesco Vaia, direttore dell’Istituto Spallanzani di Roma, intervenuto su Radio Cusano Campus durante la visita al campus dell’Università Niccolò Cusano a Roma, per osservare le misure di prevenzione anti-covid messe in atto dall’ateneo a tutela dei propri studenti e dipendenti, ha detto: “L’università Niccolò Cusano sta facendo un ottimo lavoro di screening e sicurezza per gli studenti e i dipendenti del campus. Per quanto riguarda il covid, stiamo facendo passi in avanti notevoli sia sul versante della terapia che della sperimentazione del vaccino”.
Sul vaccino. “Stiamo lavorando intensamente. Abbiamo inoculato le dosi ai primi soggetti volontari, attendiamo fine ottobre per cominciare a tirare le prime somme. Se le somme, come ci auguriamo, saranno confortanti rispetto all’immunogenicità allora cominceremo con fase due e fase tre, a valle della quale ci sarà tutto il percorso che potrà portarci al vaccino. Se tutto andrà bene, dopo aver completato le tre fasi, sarà commercializzabile in primavera (2021, ndr). Non bisogna correre perché deve essere sicuro ed efficace, non bisogna cedere alle pressioni economiche, politiche e internazionali. La sperimentazione deve dare un prodotto che sia sicuro ed efficace. Le scorciatoie non sono utili normalmente, ci vogliono anni per un vaccino. Anche noi allo Spallanzani stiamo cercando di essere rapidi, ma poniamo grande attenzione alla sicurezza e efficacia, bisogna essere molto prudenti”.
“Come comunità – ha aggiunto Vaia – dobbiamo continuare ad avere responsabilità individuale e di sistema, non bisogna caricare di responsabilità solo la sanità, ma è il sistema Paese che deve rispondere, in tutte le sue componenti: l’economia, la finanza e anche la politica. Serve uno spirito di solidarietà nazionale e richiamare progetti comuni, dai fondi che devono essere investiti massicciamente nella sanità e nella scuola. Sull’emergenza non deve esserci contrapposizione politica ma sinergia, perché i cittadini aspettano risposte. A scuola delle tre regole il distanziamento è quella più rilevante. Se siamo a distanza noi possiamo anche evitare la mascherina, allora bisogna aumentare il numero delle classi, aumentare gli spazi della socialità. Andrebbe fatto un grande accordo in Italia, una grande sinergia tra il pubblico e le scuole paritarie, che è un grande patrimonio che potrebbe essere messo a disposizione del Paese in questa fase di grande emergenza. La seconda ondata non è affatto ineluttabile se ci comporteremo con responsabilità e con spirito di solidarietà nazionale”.