Un’analisi del Messaggero riflette sul fatto che, nel bene o nel male, il coronavirus è riuscito dove i numerosi provvedimenti sul rientro dei cervelli in fuga avevano fallito: riportare in Italia gran parte di quei 250.000 giovani che negli ultimi dieci anni sono andati all’ estero.
Sono tornati – scrive il quotidiano romano – e difficilmente potranno ripartire nei prossimi mesi, perché non sappiamo quanto durerà il lockdown nè tantomeno quando riapriranno le frontiere.
Fino a ieri rimpiangevamo, con lacrime di coccodrillo, la loro partenza e si sprecavano i calcoli sul danno subito da un paese che, dopo aver speso decine di miliardi per la loro formazione, li ha visti fare la fortuna delle concorrenti imprese straniere.
Ora sono tornati e, nel Paese più vecchio del mondo, questo straordinario esercito di giovani tornato a casa di fronte all’emergenza potrebbe dare un contributo fondamentale alla ripartenza.