Dario Nardella, sindaco di Firenze, è intervenuto su Radio Cusano Campus e sulla Toscana zona rossa ha detto: “Noi sindaci siamo la prima linea più vicina ai cittadini, siamo le spugne che assorbono tutto, però siamo sempre l’ultima ruota del carro. E’ faticoso dover subire queste continue tensioni che ci sono sulla filiera istituzionale. Queste tensioni arrivano anche a noi, con la differenza però che noi non abbiamo i poteri legislativi che hanno Stato e Regioni e quindi non possiamo far altro che rimboccarci le maniche e gestire i problemi della nostra città. In questi mesi di grande emergenza i sindaci delle grandi città non hanno mai litigato tra di loro”.
“Visto che noi viviamo il Paese reale, viviamo l’emergenza, la disperazione della gente, non abbiamo né voglia né tempo di metterci a polemizzare sul modello che funziona e quello che non funziona. Quello che mi aspetto è che Stato e Regioni riescano a stare almeno una settimana senza polemizzare. Queste polemiche creano tensione sulla gente, incertezza, sfiducia. Se il premier dice una cosa, il presidente di una regione dice altro, il virologo altro ancora, il cittadino che è già in una situazione di difficoltà come volete che reagisca? C’è ora questo meccanismo dei colori, può essere giusto o meno, ma se noi continuiamo a fare polemiche su questo alla fine vince il virus. La polemica aiuta il coronavirus. Non sto criticando Giani, che tra tutti i presidenti di regione mi sembra tra i più collaborativi. Lui ha solo detto di essere amareggiato, abbiamo assistito a ben altre scenate di altri presidenti. Siamo tutti sulla stessa barca e se tutti fanno polemiche anziché remare la barca non va da nessuna parte”.
Sullo screening nelle scuole. “Da ieri abbiamo iniziato a fare i tamponi rapidi a tutti gli studenti. Lo screening di ieri nelle classi di scuola media sono andati bene, 150 tra ragazzi e insegnanti sono risultati tutti negativi. Andremo avanti con tutte le altre classi delle altre scuole. In questo modo aiuteremo anche la regione sul tracciamento. Credo che la scuola debba essere aiutata e sostenuta con tutte le forze in questo momento”.
Sugli effetti del coronavirus nelle grandi città. “Questo virus ha messo a nudo la fragilità delle città, che hanno come punto di forza l’aggregazione. Uno si chiede: che senso ha vivere nelle città se dobbiamo stare chiusi? Questa è una grande sfida delle città, a partire dal cambiamento climatico visto che questa pandemia ha sicuramente un’origine da uno sviluppo incontrollato dei nostri Paesi. Le città devono essere protagoniste di un nuovo modo di vivere, puntando al massimo sull’ambiente, sulla sostenibilità. Dobbiamo consumare meno energia, inquinare meno, avere quartieri più vivibili, più spazi verdi, superare queste periferie dormitorio, dobbiamo drasticamente ripensare le città”.