Luca Cordero di Montezemolo, fondatore e già presidente della società Nuovo Trasporto Viaggiatori – Ntv, in una intervista al Corriere della Sera lancia l’allarme: senza aiuti subito, Italo chiude.
I treni ad alta velocità “sembrano cliniche – spiega -: puliti, posti seduti e quindi tracciabili, ricambio d’aria frequente. Il ministro della Sanità il 14 luglio aveva stabilito che potessimo salire all’80% di capienza, poi un’incomprensibile marcia indietro, con la conseguenza che oggi sui treni ad alta velocità si viaggia al 50%, mentre sul trasporto locale all’8’% o al 100%, senza controlli e con pericolosi ammassamenti. Certo, è un problema superato con la situazione di oggi, ma è stata una decisione demagogica, con un Cts che si è piegato, suo malgrado, a logiche politiche. E’ stato penalizzato chi è più sicuro e si è finanziato chi è meno sicuro”.
Ma per i treni sono stati stanziati 1,2 miliardi? “Solo annunci, a maggio, il decreto rilancio prevedeva la creazione di un fondo di circa 1,2 miliardi a sostegno delle imprese di trasporti a mercato, cioè alta velocità e servizio merci, da distribuire. II governo ha disatteso impegni presi, siamo a novembre e non è arrivato nulla”.
“Se non arrivano i fondi promessi in tempi brevissimi, Italo sarà costretto a fermarsi. E sarebbe una grande sconfitta per il Paese, non solo per noi. La concorrenza nei treni ha consentito di ridurre del 40% le tariffe, e la privatizzazione italiana viene citata come esempio in Europa”.