L’ex parlamentare Mario Sberna è intervenuto su Radio Cusano Campus e riguardo alla sua esperienza con il covid-19 ha raccontato: “Sono stato colpito dal virus all’inizio, a marzo, quando c’era un’impreparazione anche da parte delle strutture ospedaliere lombarde. Chi se l’è cavata come me deve solo ringraziare il Signore”.
“Ero in una parrocchia a fare un intervento, essendo un dipendente della curia di Brescia, probabilmente l’ho contratto lì a fine febbraio. Mi è arrivata una febbre costante, mi faceva male tutto, ma la cosa caratteristica del covid era l’assoluta assenza di sapori ed odori. E poi una decina di giorni dopo è cominciata una quasi impossibilità a respirare. E’ come quando stai per annegare, non c’è proprio l’aria, non arriva. L’ossigeno ti salva. A quei tempi però non c’erano bombole d’ossigeno e maschere sufficienti”.
“Io dico a tutti: stateci lontanissimi da questa seconda ondata. Le mascherine continuo ad usarle in maniera rigorosa. Ho visto che anche importanti personalità del mondo dello spettacolo oggi sono contro le mascherine, non capisco perché. E’ vero che la mortalità per covid non è così alta, ma cosa c’entra? Tu stai malissimo quando lo prendi. Anche i giovani non si rendono conto che non rispettando le regole rischiano di far morire i loro genitori e i loro nonni”.
“Non diciamo scemenze, parlando di dittatura, di privazione della libertà, oggi siamo di fronte ad un’emergenza. Basta utilizzare questo termine a sproposito, la dittatura l’abbiamo vissuta per 20 anni, quella era dittatura”.
“Dal covid si guarisce completamente 4-5 mesi dopo. Io ho perso 17 kili. Sono stato dimesso il 20 marzo e sono stato nel letto di casa senza forze fino alle fine di aprile. Poi ho fatto tutti i mesi di maggio e giugno in malattia perché recuperavo piano piano. La mia voce normale l’ho recuperata ad agosto, a fine agosto-inizio settembre ho iniziato a sentirmi bene. Ho ripreso 5-6 kili, adesso dopo 6 mesi posso dire di stare bene”.
Sulla situazione delle famiglie. “E’ stato un momento drammatico per le famiglie con figli. C’è stata un’incapacità del governo di soccorrere le famiglie che perdevano il lavoro, soprattutto quelle con figli. I soldi per sforare c’erano, invece l’attenzione sui figli è stata bassa. L’assegno unico universale andava dato subito alle famiglie in difficoltà. La famiglia purtroppo viene sempre per ultima”.