Giorgia e’ iscritta al quarto anno dell’istituto ‘Ruiz’ di Augusta (Siracusa) e con il nuovo anno scolastico ha deciso di fare, per qualche mese, un’esperienza di studio all’estero con l’associazione onlus Intercultura: “Sarei dovuta partire per gli Stati Uniti – racconta all’agenzia Dire – mi affascinava l’idea di conoscere la cultura e lo stile di vita americani, volevo anche migliorare l’inglese, ma a causa della pandemia da Coronavirus sono rimasta in Europa. Mi e’ stato proposto di andare a Budapest, in Ungheria, ed ho accettato. Budapest e’ una citta’ bellissima e la gente e’ molto cordiale e socievole”.
La studentessa italiana e’ arrivata nella capitale ungherese il 18 settembre: “Sono stata una settimana in quarantena in un albergo a Budapest, e sono stata sottoposta a due tamponi, prima di essere accolta dalla mia famiglia ospitante ed andare a scuola, la Teleki Blanka Gimnàzium”.
All’ingresso dell’istituto ungherese, gli studenti sono sottoposti alla misurazione della temperatura corporea e all’igienizzazione delle mani: “Le lezioni iniziano alle 8.30 e alle 9.30 – spiega Giorgia – e durano 5 ore. Non ci raduniamo davanti alla scuola in attesa che suoni la campanella, raggiungiamo direttamente le classi, evitando così di assembrarci”.
Come nelle scuole italiane, anche nell’istituto di Budapest e’ obbligatorio indossare la mascherina in fase dinamica: “La abbassiamo in fase statica – prosegue – nella mia classe siamo in 36, anche se non c’e’ sempre un distanziamento interpersonale di un metro. A differenza nostra, i professori indossano la mascherina anche durante le lezioni”.
“Teniamo una finestra quasi sempre aperta – spiega Eugenia – ma fa gia’ molto freddo e quando la temperatura scende a 7 gradi, la chiudiamo. Abbiamo un lavandino in classe e lo usiamo spesso per lavarci le mani”.
Le lezioni durano 45 minuti con un quarto d’ora di pausa tra una materia e l’altra: “Facciamo ricreazione in classe e l’attivita’ fisica viene svolta all’aperto con giochi di squadra. Quando piove, andiamo in palestra e, in questo caso, eseguiamo esercizi a corpo libero”.
Giorgia raggiunge la scuola spostandosi con i mezzi pubblici: “Non c’e’ il distanziamento sui tram che prendo – conclude – ma c’e’ l’obbligo di indossare la mascherina, un po’ come in Italia”.