In piena emergenza coronavirus, nonostante il forte impegno della Farnesina, restano diverse migliaia di connazionali bloccati oltre confine. Tra questi, ce ne sono alcuni che – partiti dall’Italia con il proprio cane – non hanno alcuna intenzione di rientrare senza il proprio amico a quattro zampe.
Tessy, Baldo e Ennio: questo il nome di tre animali da compagnia che tengono le loro famiglie umane ancora costrette, loro malgrado, a restare in un paese straniero. E chissà quanti connazionali, nel mondo, vivono la stessa situazione di queste tre famiglia, la cui storia è raccontata in un focus del Sole 24 Ore.
Le famiglie sono in Sudafrica e in Messico, in attesa di una soluzione che non arriva.
La onlus Animalisti Italiani, per voce del suo presidente, Walter Caporale, denuncia: “Queste persone e i loro animali stanno subendo una grave ingiustizia, stiamo agendo a tutti i livelli istituzionali, dal presidente Giuseppe Conte al ministro degli Esteri Luigi Di Maio alle ambasciate, per risolvere la difficile situazione”.
“Chiediamo il loro immediato rientro con volo diretto che accetti anche i cani, perché fanno parte del nucleo familiare. Chiedere a queste persone di abbandonarli è anche un reato penale in Italia, come in molti paesi in cui risiedono al momento”, conclude Emanuela Bignami, Responsabile Nazionale Randagismo degli Animalisti Italiani,
Enrica Narciso e Paolo Odifreddi, rimasti a Johannesburg in Sudafrica, sono piemontesi: “Lʼunica offerta ricevuta dal Consolato era di volare su Francoforte ma senza Tessy e Baldo, impensabile”, raccontano. Loro hanno proposto più volte al Consolato anche il rientro a proprie spese, senza fruire di nessun volo di stato. Ma gli è stato sempre negato.