“A seguito del preoccupante espandersi della pandemia da coronavirus in importanti aree degli Stati Uniti, nei giorni scorsi mi sono rivolta all’Ambasciatore d’Italia a Washington Armando Varricchio per chiedergli di considerare l’opportunità di estendere il più possibile le modalità di lavoro agile da casa al personale impegnato nelle nostre strutture consolari”. Lo dichiara in una nota l’On. Francesca La Marca, Pd, residente in Canada ed eletta nella ripartizione estera Nord e Centro America.
“A questa interlocuzione con l’Ambasciatore Varricchio sono stata spinta da due motivazioni. La prima, di natura primaria, consistente nel dovere di tutelare la salute dei lavoratori che prestano servizio nei consolati e delle loro famiglie. L’altra, riguardante l’esigenza di salvaguardare la continuità dei servizi ai connazionali, sia pure nelle dimensioni compatibili con l’attuale momento, che da eventuali casi di contagio sarebbe stata irrimediabilmente compromessa.
L’Ambasciatore Varricchio ha dato cortese riscontro al mio messaggio precisando che l’Ambasciata ha disposto per tempo l’attivazione di una task force dedicata al coordinamento dell’emergenza in dialogo con i responsabili dei diversi consolati. Ha precisato, inoltre, che sono state già disposte turnazioni giornaliere ridotte a 2/3 persone per limitare la presenza nelle strutture degli impiegati, dando poi la possibilità agli altri di lavorare in modo flessibile da casa. Ha aggiunto, infine, che da oggi la turnazione sarebbe stata ulteriormente limitata in modo, comunque, da assicurare la possibilità di erogazione del servizio diretto ai connazionali almeno per un giorno a settimana”.
“Ringrazio l’Ambasciatore Varricchio per la sua cortese disponibilità – conclude La Marca – ed esprimo gratitudine ai Consoli e a tutto il personale impegnato nei diversi terminali decentrati per il servizio che svolgono in condizioni di emergenza sanitaria al fine di non far mancare, nelle forme possibili nell’attuale grave momento, una positiva interlocuzione con tutti i connazionali che hanno la necessità di rivolgersi ai nostri consolati”.