Giorgio Armani – scrive oggi la Gazzetta di Mantova – è in tutto il mondo il simbolo del made in Italy e della cultura della bellezza. E ha ben chiara la scala di valori, nei giorni in cui la sua Milano pare dimenticare la prudenza e affollarsi sui Navigli, in una sorta di sbornia collettiva post Covid -19.
Lui è stato il primo, tra gli stilisti, a intuire subito la gravità della situazione, sfilando a porte chiuse per motivi di sicurezza l’ultimo giorno della kermesse dedicata al prêt-à-porter, a febbraio, quando era appena scoppiata la pandemia.
“Tutelare la salute delle persone è prioritario. Dobbiamo cogliere l’occasione di cambiare il sistema e ridare il giusto valore alle cose”, dice lo stilista italiano di fama mondiale, che è anche stato il primo a scrivere una lettera di ringraziamento agli operatori sanitari; il primo a fare donazioni e a riconvertire una parte della produzione per realizzare mascherine e camici.
“La pandemia con il forzato arresto delle attività – dice alla Gazzetta di Mantova -, ci ha costretto a fare i conti con un sistema che ha rivelato tutta la sua fragilità e le sue distorsioni. Questo è il momento di rallentare la folle corsa, di fare di meno e meglio, concentrandoci sul prodotto. In tutti i settori. Mi auguro che prevalgano l’intelligenza, il buon senso e il coraggio”.