Continuano a crescere in maniera esponenziale i contagi da Covid19 in America Latina, ormai focolaio mondiale del coronavirus. Allarme in Brasile, dove nelle ultime 24 ore sarebbero morte a causa della pandemia 775 persone, per un totale di 108.654 decessi dalla comparsa del morbo.
Si tratta di numeri che rendono l’idea della gravità della situazione nell’immenso stato amazzonico dove la SARS-CoV-2 continua a dilagare apparentemente indisturbata, come dimostrano i 23.236 nuovi contagi registrati nelle ultime 24 ore secondo il Consorzio (19.373 stando alle autorità di Brasilia) che portano a quasi tre milioni e 400mila i casi totali di positività dalla diagnosi della prima infezione nel paese.
Mentre il coronavirus avanza, cresce il dibattito sull’apertura o meno delle scuole. “Folha de S.Paulo”, prestigioso quotidiano brasiliano, ha pubblicato nelle scorse ore un sondaggio secondo cui per il 79% degli intervistati il ritorno in classe nel pieno della pandemia “peggiorerà le cose” (del dettaglio, per il 59% le cose “peggioreranno di molto” e per il 20% la situazione “peggiorerà di poco”).
Solo un 18% si è dichiarato ottimista, sostenendo che la riapertura delle aule non inciderà sullo sviluppo dell’epidemia; il 3% ha detto di non saper rispondere.
Sempre per il 79% per cento degli intervistati le scuole dovrebbero restare chiuse nei prossimi due mesi mentre per il 19% la riapertura sarebbe auspicabile (l’1% non ha risposto).
Nel frattempo è arrivata la notizia che il governo brasiliano ha autorizzato la sperimentazione di fase 3 del candidato vaccino anti Covid-19 sviluppato dal laboratorio statunitense Johnson & Johnson. I test sono previsti su 7.000 volontari negli Stati di San Paolo, Rio de Janeiro, Minas Gerais, Rio Grande do Sul, Parana’, Bahia e Rio Grande do Norte.
L’esecutivo del presidente Jair Bolsonaro finora ha stanziato circa 400 milioni di dollari per sviluppare il vaccino dell’Universita’ di Oxford prodotto da AstraZeneca. L’Agenzia nazionale di sorveglianza sanitaria (Anvisa) ha inoltre dato il via libera anche ai test del candidato vaccino della cinese SinoVac e di quello prodotto congiuntamente dall’americana Pfizer e dalla tedesca BioNTech.