La proiezione territoriale della pandemia e il suo manifestarsi nelle forme più acute stanno determinando esigenze di intervento e sostegno di cittadini italiani distribuite in aree molto più vaste rispetto a quelle nelle quali si è concentrato tradizionalmente il soccorso assistenziale erogato dalla nostra rete diplomatica e consolare.
Questa preoccupazione ha spinto i deputati del Partito Democratico Quartapelle, Fiano, Schirò e La Marca a presentare una interrogazione indirizzata al Ministro per gli affari esteri per sapere quali siano i criteri che verranno seguiti per la distribuzione territoriale dei fondi aggiuntivi previsti dall’art. 72, commi 4bis e 4ter del Decreto “Cura Italia” e quali criteri sono stati indicati ai terminali diplomatici e consolari circa la concreta utilizzazione di tali risorse.
Inoltre, i deputati chiedono di sapere se, a seguito di una prima rilevazione di esigenze, si ritiene che l’ammontare dei fondi aggiuntivi possa essere sufficiente o se sia necessario richiederne un’ulteriore integrazione nei provvedimenti che saranno a breve adottati.
Con il Decreto ”Cura Italia” (legge 17 marzo 2020 n. 18), infatti, si è disposto lo stanziamento di 1 milione per l’anno 2020 per le misure a tutela degli interessi italiani e della sicurezza dei cittadini all’estero in condizioni di emergenza e di 4 milioni per l’anno 2020 per le misure di assistenza ai cittadini all’estero in condizioni di indigenza o di necessità. In particolare, questo ultimo comma autorizza l’erogazione dei sussidi senza promessa di restituzione anche a cittadini non residenti nella circoscrizione consolare fino al 31 luglio 2020.
La ragione di tale disposizione è di evidente natura emergenziale. La limitazione temporale della possibilità di spesa al 31 luglio 2020 aggiunge, poi, al carattere della necessità quello dell’urgenza, a garanzia non solo della corrispondenza a situazioni determinate dall’emergenza sociale dovuta alla pandemia, ma anche della possibilità di concreta utilizzazione dei fondi aggiuntivi stanziati in tempi molto ravvicinati.
Una analoga interrogazione è stata al Senato dai parlamentari PD, Alfieri e Giacobbe.