Sempre più grave la situazione delle popolazioni che vivono nel Corno d’Africa. Ormai fra guerra, carestia e siccità, per uomini, donne e bambini sono troppi i nemici da combattere. Così si muore di fame e di sete, nell’indifferenza generale. Sì, il mondo ha provato a fare qualcosa: l’iniziativa lanciata da Save The Children nei giorni scorsi è certamente da apprezzare. Ma vista la tragica situazione di quei paesi africani, è solo una goccia in un mare di necessità e bisogni. In un mare di povertà assoluta.
In Etiopia i decessi hanno raggiunto livelli d’allarme. Pensate: solo nel campo di Kobe, da quando è stato aperto, ogni giorno sono morti in media 10 bambini sotto i 5 anni. Come può il mondo così detto "civilizzato", restare a guardare? Si continua a morire per malnutrizione, e negli ultimi giorni come se non bastasse si sono aggiunte malattie che nel Corno d’Africa possono risultare fatali, come il morbillo. Secondo le cifre dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, sono già 11 le morti correlate con l’insorgere dell’epidemia, 150 i casi sospetti. Per cercare di prevenire ulteriori disastri, ieri nel campo di Kobe si è conclusa una massiccia campagna nella quale tutti i bambini di età compresa tra i 6 mesi e 15 anni sono stati vaccinati contro il morbillo.
In un passato non lontano, nella stessa regione africana, malattie che da noi sono ormai ritenute banali hanno ucciso moltissime persone. Insieme al problema della malnutrizione, risultano ancora più micidiali. Il mondo, il Vaticano, non possono restare solo a guardare. C’è bisogno urgente di fare qualcosa di concreto, bisogna mettersi le mani in tasca, bisogna essere generosi. Fino a quando vedremo donne e bambini morire di fame nel Corno d’Africa?
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