Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nell’informativa alla Camera in merito ai fatti accaduti in occasione della finale di Coppa Italia, ha spiegato che per le autorità “non c’erano controindicazioni perche’ il capitano del Napoli si avvicinasse alla curva al solo scopo di rassicurare sulle condizioni di salute dei tre tifosi e di riferire che gli stessi fatti non erano riconducibili a scontri tra opposte tifoserie. Il giocatore e’ stato accompagnato da dirigenti del suo club e da funzionari di polizia, la cui presenza era solo per ragioni di tutela della sua incolumità". La polizia ha "dovuto sedare la reazione dei tifosi del Napoli", convinti che a sparare fossero state le forze dell’ordine.
Insomma, con gli ultrà del Napoli "non vi è stata alcuna trattativa, come conferma il contenuto del rapporto degli organi federali”.
Parlando poi dell’ultrà napoletano Gennaro Di Tommaso, il ministro dell’Interno ha affermato che "l’atteggiamento tracotante, simboleggiato dalla vergognosa scritta sulla maglietta (Speziale libero, ndr)", ha fatto nascere il "dubbio" che la partita sia cominciata con l’assenso di quest’ultimo ma Alfano smentisce seccamente la circostanza, sottolineando che "la partita si sarebbe svolta comunque anche per scongiurare rischi da deflusso".
Nei confronti di Daniele De Santis, ha sottolineato Alfano, esistono "evidenti elementi di responsabilità per il ferimento dei tre tifosi napoletani". “De Santis e’ noto per alcuni procedimenti penali ma da qualche tempo risulta lontano dalla tifoseria attiva e non e’ inibito da provvedimenti restrittivi. Sono comunque emersi evidenti elementi di responsabilita’ per il ferimento dei tre supporter napoletani”.
Il ministro ha spiegato che "De Santis avrebbe lanciato verso un autobus dei tifosi napoletani un fumogeno, inveendo in modo provocatorio. A quel punto numerosi tifosi napoletani si sarebbero scagliati verso di lui e lo stesso provava la fuga in una stradina laterale vicino il luogo in cui lavora. Temendo il peggio avrebbe sparato alcuni colpi di pistola, ma il video non mostra la persona che spara. Solo il sopraggiungere delle forze dell’ordine evitava conseguenze piu’ gravi per lui".
Per Alfano “il culmine di inciviltà è stato toccato quando l’inno di Mameli è stato subissato da una salva di fischi".
CAPEZZONE, “DICHIARAZIONI INSUFFICIENTI” ”Le dichiarazioni rese alla Camera dal Ministro (part-time) Alfano appaiono insufficienti. E’ chiaro a tutti (e lo e’ stato a milioni di telespettatori che hanno seguito in diretta il triste episodio) che c’e’ stata una interlocuzione e una consultazione con il cosiddetto rappresentante della curva, tale Genny ‘a carogna, ai limiti di una vera e propria resa ai violenti. Stai a vedere che invece, alla fine, si tentera’ di dire che la colpa e’ di Hamsik…Povera Italia!”. Lo afferma in una nota il deputato di FI Daniele Capezzone.
LA RUSSA, “ALFANO SI DIMETTA” "Avrei voluto qui non il ministro Alfano ma il presidente Renzi che era allo stadio. Perche’ questo non e’ solo un problema di ordine pubblico ma di rapporti tra lo stato e la violenza nel calcio. Renzi non puo’ cavarsela dicendo che deve fermarsi un attimo per evitare che gli sciacalli della campagna elettorale sfruttino i feriti. E’ vergognoso che il premier dia degli sciacalli a chi vuole oggi risposte e non dopo la campagna elettorale. Ormai per lui e’ una abitudine. E’ una politica dell’annuncio di chi non vuole confrontarsi con i risultati". Lo ha detto nell’Aula della Camera Ignazio La Russa di Fdi. "Alfano – rileva – e’ una foglia di fico. Se ha un briciolo di dignita’ si dimetta. Come De Andre’ nella sua canzone ‘Don Raffaè’, ci chiediamo: "lo Stato che fa?". Sarebbe stato piu’ credibile dire che la trattativa in certi casi e’ indispensabile. I rimedi non sono i Daspo ma separare la parte violenta della curva dalla curva dove il 90% non ha niente a che fare con i violenti".
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