La riforma della Cooperazione internazionale e’ diventata legge oggi dopo il via libera definitivo della Commissione Esteri del Senato. Il provvedimento era stato approvato alla Camera lo scorso 17 luglio e modifica una precedente legge risalente a ventisette anni fa, da tempo ritenuta inadeguata sotto molti aspetti.
"Dopo 27 anni di tentativi mai riusciti, la riforma e’ stata finalmente approvata in pochi mesi dall’inizio del governo Renzi", ha detto il ministro degli Esteri, Federica Mogherini. "Per me e’ anche un motivo di soddisfazione personale perche’ avevo lavorato per anni alla riforma della cooperazione gia’ da parlamentare", ha detto ancora il ministro. "E’ un segnale importante che il testo sia stato votato sostanzialmente all’unanimita’, grazie all’impegno straordinario del viceministro Lapo Pistelli che ringrazio, e il raccordo costante con i due rami del parlamento, tutti i gruppi parlamentari e le organizzazioni non governative", ha detto.
"La riforma della cooperazione e’ legge. Approvata in via definitiva al Senato. E ho detto tutto", e’ stato il commento su Twitter del viceministro che in una nota ha sottolineato come con la riforma la cooperazione diventi "parte qualificante della politica estera". "Finalmente una legge sulla #cooperazioneinternazionale all’altezza di un paese moderno", ha commentato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio. Per il presidente della Commissione esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini, il ddl approvato oggi "equipara l’Italia a tanti Paesi occidentali e risponde alle attese decennali degli operatori del settore. Una pagina di buona politica e di efficienza, considerato che in circa tre mesi si e’ completato l’iter legislativo".
Oltre alla denominazione del ministero, che diventerà "Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale" (MAECI), tra le principali novita’ introdotte dalla riforma, ci sono l’istituzione Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (CICS) con il compito di assicurare la definizione strategica, la programmazione ed il coordinamento di tutte le attivita’ di cooperazione; l’obbligo di nominare un viceministro degli Esteri dedicato alla cooperazione; la nascita dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, che godra’ di autonomia organizzativa, regolamentare, amministrativa, patrimoniale, contabile e di bilancio. Un modello che esiste in tutti i principali paesi europei ma che sara’ "piu’ leggero" rispetto ai numeri delle agenzie esistenti negli altri paesi partner, secondo la Cooperazione.
La riforma prevede infine la creazione di un "braccio finanziario" della cooperazione, affidato alla Cassa depositi e prestiti, con il compito di convogliare in Italia aiuti europei, migliorare l’accesso, il controllo e il coordinamento alle iniziative finanziarie delle banche e dei fondi internazionali multilaterali. Uno strumento, spiega il viceministro Pistelli, fino a ieri completamente assente in Italia, di cui i principali Paesi partner sono da tempo dotati.
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