“Per la nuova legge sulla editoria e per cominciare a contrastare le troppe minacce contro i cronisti e il diritto di cronaca”: questo il filo conduttore della iniziativa promossa dalla Federazione della stampa che si svolge in tutta Italia. Da Roma a Bari, da Venezia a Potenza, da Milano a Napoli, da Trieste a Bologna, per citarne solo alcune, si svolgeranno iniziative per sollecitare la rapida approvazione della nuova legge sull’editoria, attualmente in discussione al Senato, e per chiedere che nell’ambito della riforma del processo civile e della diffamazione, provvedimenti all’esame del Senato medesimo, si proceda finalmente non solo alla abrogazione della pena del carcere, ma anche e soprattutto al contenimento delle “querele temerarie” e alla definizione delle indispensabili misure di sicurezza a tutela di chi opera nel territori presidiati da mafie, malaffare, corruzione.
Nel corso degli incontri – si legge in una nota – le proposte saranno portate al sottosegretario con delega alla editoria Luca Lotti, al presidente del Senato Pietro Grasso, al ministro Andrea Orlando, a decine di senatori che dovranno poi decidere modo e tempi degli eventuali emendamenti e della votazione finale.
Questi provvedimenti sono attesi da anni e non vi è ragione alcuna per continuare a rinviare, perpetuando quella situazione di arretratezza normativa che ha contribuito non poco a far precipitare l’Italia in tutte le graduatorie
internazionali in materia di libertà di informazione.
Se anche questa volta tutto dovesse concludersi con l’ennesimo rinvio, non resterà che convocare, magari in quella piazza del Popolo a Roma che ha già ospitato uno grande iniziativa contro ogni forma di bavaglio, un appuntamento
che rimetta assieme quanti ancora amano l’articolo 21 della Costituzione, a prescindere da qualsiasi logica di parte, di partito, di schieramento politico o sindacale.
La posta in gioco, il diritto ad informare e ad essere informati, è troppo alta e non può ammettere nuovi rinvii e neppure omissioni o complici distrazioni.
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