Il tema che riguarda i giornali italiani nel mondo, con tutto ciò che vi gira intorno, è stato spesso protagonista sulle pagine di ItaliaChiamaItalia. Non poche volte, per i nostri commenti, abbiamo ricevuto delle critiche da parte di alcuni colleghi, in particolare da quelli che godono dei contributi all’editoria e che certo non desiderano si possa far luce su un mondo che ha ancora, secondo noi, diverse ombre.
Oggi su questo importante argomento interviene anche Gente d’Italia, il quotidiano delle Americhe diretto da Mimmo Porpiglia, che scrive: "Contributi alla stampa, atto secondo. Ieri il segretario della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi dopo l’audizione alla Camera del neosottosegretario Malinconico e’ intervenuto sui contributi all’editoria in Italia e all’estero, sollevando il problema: ‘Bisogna che lo stato aiuti i giornali veri, quelli confezionati da giornalisti veri…’. Gia’, bisognerebbe cominciare a fare delle verifiche, e non solo nei quotidiani ma soprattutto nei periodici dove, nel caso della stampa italiana all’estero, bastano ricevute vidimate dai consolati – vidimate, cioe’ attestanti le diciture ma non certo ‘controllate’ – perche’ vengano elargiti centinaia di migliaia di euro…".
Secondo Gente d’Italia "bisognerebbe per esempio verificare con l’ufficio cambi per le imprese editoriali iscritte in Italia, se il corrispettivo pagato per le tipografie sia transitato da loro. Cioe’ e’ impensabile che si producano fatture senza il pagamento in moneta locale. Stiamo parlando di cifre che raggiungono i 200mila euro. Ben vengano quindi le ispezioni ed i controlli: dove il periodico si stampa (il piu’ delle volte non esiste nella gerenza ne’ il nome della tipografia ne’ la strada della citta’ in cui e’ ubicata) dove e come viene diffuso, gli assegni o i versamenti bancari che testimoniano l’avvenuto pagamento".
"Sappiamo che la Fusie – pressata dai suoi aderenti che vedono assottigliarsi il monte contributi gia’ bassissimo per colpa di qualche furbetto – ha gia’ chiesto chiarimenti al Dipartimento
dell’editoria di Palazzo Chigi, non avendo avuto pero’ risposte. Non sarebbe il caso che intervenisse anche la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti?". Sì, forse sarebbe proprio il caso…
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