Il contratto di governo M5S-Lega pare davvero distante dal lavoro dell’ormai noto professor Giacinto Della Cananea. Proprio l’interessato, intervistato dal quotidiano La Stampa, spiega che nelle sue bozze non c’era, per esempio, l’ipotesi di cancellare una parte di debito né la clausola di uscita dall’euro.
“Sono entrambe ipotesi non percorribili”, osserva Della Cananea, “sulla seconda bisogna tenere conto del fatto che, poiché i Trattati non prevedono l’uscita dall’euro, per abbandonare la moneta unica vi è solo l’uscita dall’Unione europea tout court. Non è un obiettivo né della Lega, né dei Cinque Stelle”.
Sulla possibilità di referendum sull’euro spiega che “c’è un enorme ostacolo: la Carta fondamentale vieta referendum relativi a Trattati internazionali e fa riferimento all’Unione, per cui occorre una riforma costituzionale”, “ho la sensazione che qualcuno sia convinto siamo ancora nella polis ateniese, dove le decisioni le prendeva in piazza un piccolo gruppo di maschi, liberi e ricchi. In una grande democrazia come la nostra il richiamo ai limiti significa che la volontà del popolo va realizzata nel rispetto dei principi liberali”.
Il professore sottolinea che il comitato di conciliazione all’interno del governo era previsto, ma che “la nostra proposta era profondamente diversa. Ci siamo ispirati al modello tedesco, e avrebbe dovuto compiere verifiche sull’attività prevista dall’accordo di governo. Nel documento di cui sono circolate le bozze, l’ambito di azione è più ampio e si ipotizza di far partecipare i leader politici”. Insomma, il contratto M5S-Lega a quanto pare non ha più nulla a che fare con quanto proposto dal professore.