Anche il ministro Calenda sostiene e dichiara – come Padoan – cose sante a proposito della Alitalia che da tanti anni è in agonia e ci va giù senza mezzi termini: “I dirigenti non sono all’altezza”. Chissà cosa ne pensa il presidente dell’ex compagnia di bandiera, Cordero di Montezemolo, l’onnipresente tuttologo manager parapubblico (o “paraculato”) che passa da un buco industriale all’altro, ma sempre ricevendo interessanti prebende.
Poi Calenda insiste: “Ma non devono pagare i dipendenti”. Giusto, se si intendono i poveracci avventizi, un po’ meno per la crosta dorata di tanti (troppi) dipendenti e dirigenti che – come ad esempio tanti piloti – hanno ricevuto per decenni stipendi super pur lavorando molto meno dei concorrenti.
Mentre Alitalia fallisce le altre compagnie aeree hanno intanto superato le crisi e volano alla grande. Dire per esempio oggi che Alitalia soffre “per la concorrenza dei low-cost” è ovvio, ma era previsto e sta nelle logiche di mercato, eppure mentre le altre compagnie si sono adeguate Alitalia sprofonda nel baratro.
La crisi Alitalia ha nomi e cognomi anche per le scellerate scelte su rotte e aerei da utilizzare che hanno distrutto una Compagnia da sempre peraltro idrovora di fondi pubblici. Così i numeri sono inequivocabili: a Dubai – per esempio solo dalle 3 alle 4 del mattino – partono in un’ora 21 voli intercontinentali, da Malpensa solo una decina in 12 ore.
Emirates ha 3 voli giornalieri su Milano sempre pieni, Alitalia ha cancellato l’unico collegamento che aveva, salvo poi piangere per le maxi-perdite.
L’esempio di Malpensa è infatti un classico esempio di incompetenza ed assurdità, uccidendo l’unico vero aeroporto intercontinentale del Nord Italia subito dopo averlo costruito e solo per folli visioni romanocentriche del traffico aereo. Qualcuno pagherà? Non credo, ma certo, pagano e pagheranno tutti gli italiani visto che la “privata” Alitalia in realtà è in mano alle banche che poi vedono di fatto regolarmente ripianati i propri disastri dai risparmiatori e dallo stato. E il gioco dell’oca ricomincia, mentre i “dirigenti incompetenti” (parola di ministro) passano da guidare i treni a far volare gli aerei, dalle società partecipate pubbliche ai cantieri, dai telefoni alle autostrade.
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