Oltre quaranta persone fermate ed un pugnale con una lama di diversi centimetri trovato in piazza, dopo una pericolosa contestazione che ha creato disordini e tafferugli tra gli attivisti dei centri sociali e gli stessi militanti del Pd. Sono i momenti di tensione vissuti al comizio del Partito democratico a Roma in piazza del Popolo con il premier Matteo Renzi.
Poco dopo l’inizio del comizio elettorale, alcune decine di persone tra la folla hanno cominciato ad intonare cori e lanciare insulti contro Renzi. E tra questi e’ spuntata anche una bandiera No Tav.
Lo stesso presidente del Consiglio, dal palco, ha invitato la gente a non cedere a quella "provocazione".
Il gruppo di contestatori – si e’ poi appreso in seguito – era composto da attivisti dei movimenti di lotta per la casa ed esponenti dei centri sociali, che hanno invano tentato di esporre uno striscione. La reazione degli uomini del servizio d’ordine del Pd non si e’ fatta attendere e quando i militanti del partito hanno cercato di allontanarli sono partiti spintoni e qualche manata di troppo, con momenti di tensione. C’e’ stato un parapiglia e gli agenti della Digos sono intervenuti in poco tempo per fermare i manifestanti, poco piu’ di una quarantina, alcuni dei quali intercettati anche tra via del Corso e la stessa piazza. I manifestanti sono stati poi portati al commissariato Trevi per essere identificati. In terra e’ stato anche trovato un pugnale con una lama di diversi centimetri e gli investigatori non escludono che il coltello possa appartenere proprio ad uno dei fermati. La polizia avrebbe sequestrato anche uno striscione. Nelle prossime ore, dunque, potrebbero scattare delle denunce. Solo due giorni fa due leader del movimento di lotta per la casa erano stati arrestati dopo una conferenza stampa in piazza Montecitorio in merito al corteo dello scorso 12 aprile nella Capitale, dove in via Veneto avvennero duri scontri con le forze dell’ordine.
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